Referendum pirogassificatore, l’Union ufficializza il ‘non voto’
L’Union valdôtaine esce allo scoperto e chiama all’astensione sul referendum del 18 novembre per la costruzione del pirogassificatore. «Io non voto perché ho piena e totale fiducia nei nostri eletti che nel fare il bando per l’aggiudicazione dei lavori hanno rispettato pienamente le norme dettate dall’Europa e, anzi, hanno introdotto parametri ancora più rigidi. Non siamo una classe politica scellerata». Così il presidente del Movimento rossonero, Ego Perron, ha motivato la decisione del ‘non voto’ «una posizione che è legittima perché sancita dalla Costituzione italiana, non è un’opzione né antidemocatica né scandalosa», ha sottolineato Perron. Che ha proseguito: «Il referendum è stato trasformato da Alpe in un plebiscito contro l’Union e la maggioranza di governo, avanzando nei cittadini lo spettro della paura; è stato stravolto il significato della consultazione propositiva, trasformandolo in referendum abrogativo». Se non ritenga pericoloso chiamare all’astensione in un giorno dove questa la fa da padrona, Perron risponde: «Il referendum e le politiche e regionali sono su due piani distinti: la prima è una questione amministrativa le seconde hanno valenza politica»Il presidente unionista stigmatizza il voltafaccia del Partito democratico, ricordando che «la scelta della giunta era stata avallata in Consiglio da un’ampia maggioranza nella quale rientravano anche Pd e Pdl». Il presidente dell’Union punta il dito contro i costi: «Costerà alla comunità 450 mila euro spesa della quale il governo avrebbe fatto volentieri a meno». Infine Perron snocciola i perché della scelta: con il pirogassificatore si smaltirà la totalità dei rifiuti in Valle d’Aosta fanghi di depurazione, carcasse animali e rifiuti sanitari inclusi; è di piccole dimensioni e tecnologicamente all’avanguardia; non farà cambiare il livello della qualità dell’aria in quanto «le emissioni sono trascurabili»; non si importeranno rifiuti.