Benny Carbone promette intensità e voglia: «Quello che ho fatto da calciatore non conta; qui non ho amici o preferiti, gioca chi merita»
«Quello che ho fatto da calciatore, non conta nulla, sono qui per dimostrare quello che valgo e i giocatori devono fare lo stesso. Le chiacchiere se le porta via il vento, a me interessano soltanto i fatti». Si è presentato così Benito Carbone alla sua prima vigilia di una partita ufficiale da allenatore del Vallée d’Aoste. Il neo tecnico è stato presentato oggi pomeriggio al Caffè Nazionale di Aosta alla presenza dello stato maggiore della società. Il presidente Filippo Filippella ha spiegato che la decisione di esonerare Zichella è stata motivata dalla «sensazione di non poter raggiungere l’obiettivo della salvezza. Il mister della promozione è un ottimo allenatore e un grande uomo, ma l’arrivo di Benito Carbone ci permette di fare un salto qualità tecnico-tattico e di aumentare gli stimoli di tutti. Ci abbiamo riflettuto a lungo e abbiamo puntato su un pezzo da novanta, ora ci aspettiamo che arrivino i risultati».
Il futuro direttore sportivo Christian Filippella, che ha gestito in prima persona l’operazione, ha subito promosso Carbone: «Siamo contenti di come lavora Benny, è carico, ha riportato grande entuasiasmo, sono sicuro che i ragazzi usciranno da questa situazione precaria. Carbone è stato un grande campione, ha moltissima esperienza e siamo onorati che abbia accettato di venire in Valle». Il futuro DS ha poi spiegato che «il cambio del mister e l’arrivo di due giocatori importanti come Temelin e Frattali non sono legati. Le trattative con i calciatori erano già chiuse sulla parola la scorsa settimana con l’avallo di Zichella, nei giorni scorsi le abbiamo messe nero su bianco. E’ un caso che si siano incrociate con la scossa che abbiamo voluto dare allo spogliatoio. Era tempo che ci muovevamo per rinforzare la squadra, con i soci che avevano deciso di fare un ulteriore sforzo economico, finalmente siamo riusciti a concretizzare due operazioni, ma altre sono in piedi e a breve potrebbero essere ufficializzate. E poi non è detto che con il cambio di allenatore non scopriamo che qualche nuovo acquisto ce l’abbiamo già in rosa, con l’esplosione di elementi finora poco considerati (in particolare il riferimento era a Hernandez ndr)». Christian Filippella ha poi ringraziato Corrado Musso. Il presidente del consiglio di amministrazione è infatti il principale finanziatore della società. Il dottore è tornato sulla questione stadio: «Di professione faccio soltanto il medico, quindi il mio impegno economico è enorme, ma credo in questo progetto legato al territorio. La Regione dovrebbe essere un nostro interlocutore e mi auguro che prima o poi qualcuno si affacci dalle nostre parti per chiedere che cosa facciamo. Intanto abbiamo parlato con il Casinò e non è detto che l’anno prossimo possa concretizzarsi qualcosa. Il cambio in panchina ha dato l’energia che nelle ultime settimane era venuta meno».
Il proscenio è poi stato tutto per Benny Carbone (che come vice avrà Alessandro Dossena; nello staff restano i valdostani Ives D’Hérin e Gabriele Corvo), che dopo una sfolgorante carriera da calciatore ha vissuto quella da allenatore nelle parentesi di Pavia (fortunata) e Varese (sfortunata). Dopo i ringraziamenti di rito alla società per l’opportunità offertagli, il tecnico calabrese ha spiegato che «non ho avuto dubbi a scegliere il Vallée d’Aoste. In questi casi non si tratta di categoria o di soldi, ma di feeling e fin da subito ci siamo piaciuti a vicenda. Personalmente sono colpito dal loro desiderio di migliorarsi e di portare la squadra ad altissimi livelli; da parte mia ho una gran voglia di fare e avevo bisogno di trovare qualcuno che credesse in me. In questa prima settimana ho chiesto tanto ai ragazzi e loro sono stati splendidi dandomi moltissimo, ma non devono illudersi che sia finita qui, devono sempre essere mossi dalla voglia di migliorarsi, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana. Io non ho amici o preferiti, con me gioca chi sta meglio e chi mi convince di più in settimana. Tutti partono alla pari». Carbone ha fatto il punto della situazione: «La base della rosa è buona. Domenica ero a Busto e ho visto una squadra che, pur non esprimendosi al meglio, ha messo in difficoltà una pretendente alla vittoria finale. La società è già intervenuta sul mercato e qualcosa è ancora in piedi; a Natale faremo i conti e vedremo se va fatto ancora qualcosa. Io non sono venuto qui per fare brutte figure e so di dover dare quel qualcosa in più al gruppo a mia disposizione. Non sono così presuntuoso da pensare a rivoluzioni in una settimana. Intanto mi sono limitato a proporre loro idee nuove, specie sui movimenti difensivi, perché ventisei gol in nove partite sono troppi. Non voglio parlare di modulo, né sono qui per dare la formazione, non la sanno i miei giocatori, non la annuncio certo ai giornalisti. Di sicuro voglio una squadra molto aggressiva, compatta, corta; i problemi non si risolvono con la bacchetta magica, che io, comunque, non ho. Però non ho nemmeno paura, chi ce l’ha non può lavorare nel calcio, sono venuto qui per vincere, ma non posso dire quante volte ci riuscirò; ci proverò sempre in tutti i modi a mia disposizione». Di sicuro domani contro la Virtus Bassano (ore 14.30 al Cerutti di San Giusto) non ci saranno gli infortunati Panepinto (out anche la prossima settimana), Jidayi (arruolabile da martedì) ed Hernandez. Carbone ha poi parlato del campo e degli allenamenti. «Allenarci in un posto e giocare i match interni in un altro può starci – ha aggiunto il mister -, ma credo che sarebbe giusto che gli sforzi della società portino a un riavvicinamento a casa, non è giusto dover fare più di un’ora di macchina per vedere la propria squadra. Molto dipenderà anche da noi: riportando entusiasmo tra i tifosi credo che potremmo aiutare il club in questa direzione. Per le prossime settimane ho chiesto ai ragazzi lo sforzo di fare una doppia seduta il martedì e mercoledì; giovedì, venerdì e sabato penso che ci alleneremo dalle 11.30, in modo da sfruttare al meglio le ore di temperatura più clemente».
(davide pellegrino)