Donnas, le scuse dei richiedenti asilo
Una delegazione di tre richiedenti asilo accolta in municipio per un chiarimento; il sindaco Follioley: «Ricominciamo da qui»
Con una stretta di mano e un «Ricominciamo da qui», il sindaco di Donnas, Amedeo Follioley sembra aver apprezzato di buon grado l’umiltà del gesto di tre giovani senegalesi che in una lettera, a nome dei sette richiedenti asilo che hanno scelto di restare a Donnas, hanno scritto le loro scuse per gli episodi verificatisi tra martedì e mercoledì. «Accettiamo le vostre scuse – afferma – siamo pronti ad iniziare un nuovo percorso, sicuri della presenza di molte persone disposte ad aiutarvi. Donnas si è ritrovato nei giorni scorsi ad affrontare una situazione a cui non era preparato, siamo un paese tranquillo per cui questo episodio ha destato un po’ di tensione, ma sono contento che oggi voi abbiate espresso il vostro punto di vista».
La “pace” è stata signata da una stretta di mano oggi, venerdì 7 luglio, nell’incontro in municipio.
«Scriviamo questa lettera perché vogliamo presentare le nostre scuse alla comunità di Donnas , al sindaco, al prefetto della Polizia, al capitano dei Carabinieri e alla prefettura per i disordini e i problemi che alcuni di noi hanno causato in questi giorni». Questo l’incipit della lettera di scuse, scritta in un timido francese.
Al gruppo ragazzi – originariamente 15 – provenienti da Senegal, Nigeria, Mali e Guinea, ma già da un anno risiedenti a Treviso, era stato annunciato il trasferimento a pochi chilometri dalla città. Quando martedì sera scorso, intorno alle 21.30, il pullman sul quale viaggiavano si è fermato a Donnas, in una destinazione diversa da quella prevista, non ci hanno visto più. Dapprima il rifiuto di scendere dal mezzo, poi le grida di protesta hanno reso necessario l’intervento dei Carabinieri che dopo qualche ora di mediazione sono riusciti a convincere i nuovi arrivati a passare la notte nella struttura adibita alla loro accoglienza, nel borgo. Là, in precedenza, alloggiava già un gruppo di donne richiedenti asilo, trasferite nei giorni scorsi a Treviso.
Questo “scambio di persone”, di cui amministrazione, popolazione e migranti stessi erano all’oscuro, è l’effettiva causa del clima di tensione di questi giorni, stemperato però dalla voglia di costruire un rapporto civile e pacifico: «Ci hanno nascosto la destinazione, ci hanno detto che il nuovo centro era a soli 20 km da Treviso – scrivono i nuovi arrivati – abbiamo deciso di rimanere a Donnas perché vogliamo fare tutto il possibile per integrarci nella comunità. Vorremmo essere dei cittadini attivi – aggiungono – costruirci una vita in pace in questa comunità, siamo disponibili a fare del volontariato per il paese».
Per quanto riguarda l’integrazione del nuovo gruppo di migranti all’interno della comunità, non ci sono ancora progetti sicuri: «Il primo obbiettivo ora è rasserenare il clima di tensione dei giorni scorsi – aggiunge il primo cittadino – dopodicché il gruppo di migranti si è reso disponibile a svolgere delle attività nel paese, ma per ora non è ancora stato organizzato nulla, aspettiamo di capire con maggiore chiarezza gli sviluppi della situazione».
In foto la stretta di mano tra il sindaco Amedeo Follioley, la vice sindaca Silvia Nicco e il maresciallo Roberto Tedeschi con i migranti
(martina praz)