Vini, una App e una via transfrontaliera per i vignobles alpins
Iniziala fase operativa del progetto Interreg Alcotra 2014/2020 per la valorizzazione del patrimonio vitivinicolo valdostano
Una App con una banca dati comune a tutti i terroir e pacchetti turistici di soggiorni transfrontalieri lungo il percorso tra i vigneti alpini saranno i risultati del progetto Interreg Route des Vignobles alpins, presentato questa mattina alla presenza di tutti i partner coinvolti.
Gli appuntamenti sul territorio
Con la presentazione della Slow Wine, la guida ai vini di Slow Food, in programma oggi, alle 18, alla Cave Mont Blanc di Morgex, prende il via la fase operativa e di attuazione del progetto, avviato due anni fa.
L’autore Fabrizio Gallino farà una panoramica su venti viticoltori valdostani che rientrano nella filosofia “slow”. La presentazione sarà accompagnata da una degustazione di alcuni vini.
Un secondo e terzo incontro sono in programma domani, sabato 18 novembre, alle 11, a Aymavilles, alla Cave coopérative des Onze Communes, dove esperti dell’Institut Agricole Régional, della Vival e del Cervim coordineranno un laboratorio del gusto proponendo abbinamenti tra prodotti tipici valdostani e vini, sia locali sia provenienti da alcune zone di viticoltura eroica, e alle 18 a Donnas, alle Caves coopératives. Qui i ragazzi dell’Associazione Monelli dell’Arte guideranno il pubblico alla scoperta della storia e dei segreti della tradizione vitivinicola, attraverso delle visite esperienziali interattive al Museo della vite e del vino. Le visite saranno organizzate in due gruppi, con inizio alle 16 e alle 17. A tutti i partecipanti sarà poi offerto un assaggio di vini locali abbinati a prodotti da forno di tradizione.
Il progetto Interreg
L’obiettivo del progetto è la valorizzazione di nuove rotte di scoperta enoturistica sui due versanti delle Alpi. Un progetto molto ampio con dieci partner e cinque soggetti attuatori e che coinvolge i comuni di Morgex, Aymavilles e Donnas, i paesi della Savoie Mont Blanc, i comuni piemontesi di Carema e Pomaretto oltre che i vitigni della Città metropolitana di Torino e che dovrà concludersi entro la primavera del 2020 con un impegno economico di 2 milioni 545 mila 894 euro.
Il progetto si basa su tre pilastri, come ha spiegato Elena Di Bella, dirigente del Servizio sviluppo montano, rurale e valorizzazione delle produzioni tipiche della Città metropolitana di Torino: «la tutela dei beni con l’individuazione di linee guida per difendere il valore storico dei vitigni interessati e interventi mirati per la loro salvaguardia; il recupero del senso di identità di valori comuni tra i territori coinvolti che si riconoscono nella viticoltura alpina, coinvolgendo gli operatori sul territorio; lo studio di marketing per il confronto con il mercato turistico mondiale e la creazione di prodotti turistici ad hoc».
Il dettaglio degli interventi sui comuni valdostani sul numero di Gazzetta Matin di lunedì 20 novembre.
In fotografia da sinistra Michel Quenard (Comitato interprofessionale dei vini di Savoia), Lionel Mithieux (vice presidente del Consiglio dipartimentale della Savoia), Alessandro Nogara (assessore regionale all’agricoltura) Laurent Viérin (presidente della Regione), Dimitri Di Vita (consigliere delegato allo sviluppo montano della Città metropolitana di Torino), Elena Di Bella (dirigente dirigente del Servizio sviluppo montano, rurale e valorizzazione delle produzioni tipiche della Città metropolitana di Torino), Corrado Adamo (dirigente struttura produzioni vegetali, sistemi di qualità e servizi fitosanitari dell’assessorato regionale) e Anna Rinaldi (funzionaria del Servizio sviluppo montano, rurale e valorizzazione delle produzioni tipiche della Città metropolitana di Torino).
(erika david)