Casinò: sindacati, «no» a fallimento e concordato
Dopo il confronto con la maggioranza regionale le sigle sindacali plaudono alla voglia di dare continuità; emergono però chiare le fratture interne alla forze di governo
Sindacati contrari a leggi fallimentari e concordati, ma soddisfatti per la garanzia data dal Governo di voler garantire la continuità del Casinò. Maggioranza concorde sul risultato, ma totalmente spaccata sulle modalità per ottenerlo.
Questo il risultato dell’incontro di giovedì pomeriggio tra i rappresentanti della maggioranza regionale e i sindacati, in vista dell’assemblea dei soci del Saint-Vincent Resort & Casinò, che molto probabilmente porterà a un nulla di fatto.
Albertinelli: «No al fallimento»
«Siamo preoccupati e l’abbiamo ribadito, come abbiamo ribadito il no al ricorso a leggi fallimentari e al concordato – esclama Claudio Albertinelli del Savt -. Chiediamo di continuare ad accompagnare il risanamento dell’azienda, come fatto in questi anni, ovviamente attraverso l’applicazione della legge, ma magari prendendo anche in considerazione ulteriori operazioni sugli immobili, che potrebbero tornare alla Regione». A oggi, comunque, ancora nulla di definitivo. «Aspettiamo risposte concrete – continua -. Cambio di governance? C’è un piano di risanamento approvato e difeso da qualcuno, ma che non ha dato risultati: ognuno si assuma le proprie responsabilità».
Gaillard: «Soluzioni in tempi brevi»
Sulla stessa lunghezza d’onda Vilma Gaillard, segretario della Cgil: «L’amministrazione ha dato garanzia di voler trovare una soluzione di continuità e la cosa non era scontata – sottolinea -. Le risposte che ci aspettavamo, però, sono state blindate, probabilmente in vista dell’assemblea, anche se da lì non usciranno risposte definitive». Le richieste dei sindacati sono chiare: «Bisogna garantire la continuità evitando situazione di carattere fallimentare – continua Gaillard -, anche perché sarebbero complicate poi da gestire. Noi non ci siamo mai sottratti alla ricerca delle soluzioni, abbiamo sottoscritto accordi che hanno dato risultati, ma ora ognuno deve portare i suoi pezzi: la voglia di continuità deve diventare concreta».
La soluzione dovrà arrivare a breve: «Nel momento delle scelte verremo coinvolti – conclude Gaillard -, ma dovranno arrivare entro due mesi e non oltre, perché ci sono gravi difficoltà di continuità in termini aziendali. Diciamo solo che va fatta una scelta consapevole: non dare soldi oggi magari aiuta coloro che sono stanchi di sentire parlare di Casinò, ma dall’altra parte bisogna tenere conto di 800 famiglie in situazione di difficoltà».
Chatrian: «La scelta è tutta politica»
Dalla maggioranza arrivano le parole di Albert Chatrian, che in qualche modo confermano frizioni sulle modalità di azione: «Ci va un aggiornamento del piano, una nuova terapia, con risposte puntuali e immediate» sottolinea il consigliere di Alpe che, a differenza di Roberto Cognetta, parla di una «scelta tutta politica, ovviamente a fronte di soluzioni tecniche – spiega -, che devono rientrare in un percorso legale, trasparente e possibile: poi la politica può scegliere la strada migliore».
«Sempre assunto responsabilità»
Strada che, però, è ancora lontana dall’essere trovata. «La maggioranza si sta confrontando per trovare la migliore soluzione per far camminare la casa da gioco con le proprie gambe. C’è il piano di risanamento, ci sono spazi per modificarlo, ma il come è ancora al vaglio delle forze politiche. L’importante è la continuità aziendale, anche alla luce delle notizie non positive filtrate, soprattutto in merito alle linee di credito». Le responsabilità non sono state assunte prima? «L’abbiamo sempre fatto – conclude Chatrian -. Quando c’era da fare scelte per non licenziare nessuno l’abbiamo fatto, ora il piano ha un bisogno fisiologico di modifiche da affrontare dal punto di vista tecnico. Fiducia in Di Matteo? Valutiamo tutte le possibilità tecniche per ottenere il risultato voluto».
(alessandro bianchet)