Tor des Géants: allo studio due nuove gare per il 2019
Cala col botto il sipario sull'edizione 2018 dell'ultra-trail, che ha premiato i protagonisti della rassegna. Alessandra Nicoletti rivela i piani per l'edizione del decennale. L'Italia vince il trofeo per Nazioni
Si chiude col botto il Tor des Géants 2018. Nella giornata dedicata alle premiazioni, infatti, Alessandra Nicoletti, presidente dei VdA Trailers, ha sganciato la bomba in vista dell’edizione del decennale: ci saranno tante novità, ma soprattutto sono allo studio due nuove sfide «una gara più corta e una ancora più lunga».
I protagonisti
Insomma, non ci si fa mancare proprio nulla nella domenica riservata alla premiazione dei grandi protagonisti della rassegna, ospitati al Courmayeur Mountain Sport Center.
Prima al femminile è stata la basca Silvia Trigueros Garrote, che ricorda il momento più bello del suo Tor des Géants: «È stato quando mio marito mi ha detto, a poche ore dalla fine, che stavo battendo il mio record personale – dichiara -; è stata davvero un’enorme soddisfazione».
All’Italia il Trofeo delle nazioni
Il re indiscusso del Tor, Franco Collé, commenta così la vittoria dell’Italia nel trofeo riservato alle nazioni: «Questa è la prova che gli italiani stanno avanzando – dice – e lo abbiamo già visto tra le donne all’UTMB di quest’anno. Fino a qualche anno fa eravamo molto indietro rispetto ai francesi e ad altre nazioni, ma ora abbiamo tanti buoni atleti in miglioramento, basta guardare Kienzl e il suo lavoro che lo ha portato a chiudere benissimo».
Il microfono passa proprio a Peter Kienzl: «Il momento più bello è stato indubbiamente l’arrivo al traguardo – sottolinea -. Un’emozione impareggiabile, ma anche lo scarico di un grosso peso dal fisico e dalla mente. A Donnas ho patito troppo il caldo, eccessivo secondo me, quasi ai limiti della sopportazione».
Anche per il canadese Galen Reynolds l’arrivo è stato «un sollievo – ha dichiarato -. Sembra brutto a dirsi, ma è la prima cosa che ho pensato, è finita la sofferenza. Poi arrivano sensazioni forti, e lì inizia la gioia per il risultato».
Giulia Saggin racconta che «mi svegliavo prima per guardare l’alba. Amo le Alpi e sono contenta del risultato, ma anche dei panorami stupendi che ho visto e che mi porterò nel cuore».
Oliviero Bosatelli confessa che il più grande ostacolo è stato «cedere fisicamente. Quello può capitare a ogni passo, in particolare nell’ultimo tratto. Senza il sostegno e l’amore dei valdostani – ha aggiunto – che mi hanno spronato costantemente per non mollare, non ce l’avrei fatta».
(laurent bionaz)