Riforma legge elettorale: sì del Consiglio a limite dei tre mandati
Passa con il solo voto contrario di Daria Pulz; la legge introduce la preferenza unica e mantiene lo spoglio centralizzato
Passa con il solo voto contrario di Daria Pulz (Adu) la proposta di riforma legge elettorale VdA che introduce la preferenza unica, il limite di tre mandati consiliari e mantiene lo spoglio centralizzato in otto poli. Ora la legge c’è e la parola potrebbe passare alle urne. A evocare il voto anticipato sono Andrea Manfrin (Lega Valle d’Aosta) e Laurent Viérin (Uvp). «Ora potremo affrontare il nodo della governabilità in Commissione consiliare» ha detto Patrizia Morelli (Alpe). Le modifiche al primo testo approvato sono in marcia.
Le altre novità
Riguardo alla rappresentanza di genere, la percentuale in ogni lista di candidati sale dal 30 al 35 per cento. Per quanto concerne le liste dei candidati, queste devono comprendere ciascuna un numero di candidati non inferiore a 21 (prima era 18) e non superiore a 35; le firme necessarie per la loro presentazione devono essere non meno di 900 (prima era mille) e non più di 1400 (prima era 1500). Infine, viene dato mandato alla Giunta regionale di valutare la percorribilità del voto e dello scrutinio elettronico.
No alla doppia preferenza di genere
Daria Pulz (Adu) torna a perorare in favore della doppia preferenza di genere. «Non chiediamo l’elemosina ma una normativa secondo il dettato Costituzionale. Questo Consiglio sembra arretrato rispetto alla doverosa partecipazione delle donne alla vita politica e amministrativa». Mettere in sicurezza la sicurezza di voto è prioritario per Chiara Minelli (Rete civica) che, pur convinta della preferenza di genere, si adegua e dice sì alla preferenza unica inserita nel testo di legge. Maria Luisa Russo (M5S) «l’introduzione della preferenza di genere non contribuisce a un sistema paritario».
No all’incandidabilità
Nessun mandato per chi ha infranto volontariamente la legge. Il M5S propone l’incandidabilità per coloro i quali sono stati condannati, anche non in via definitiva. L’aula cassa l’emendamento.
Sì alla discussione in aula ma no alla votazione. L’ufficio legislativo decreta l’emendamento anticostituzionale. E’ quanto propone il presidente del Consiglio Emily Rini. La proposta è rinviata al mittente dalle opposizioni. «Non voglio tarpare le ali al dibattito né impedirò il voto in aula anche se mi asterrò visto la segnalazione di palese incongruità; se è un segnale politico quello che si vuole dare si proceda; l’aula è sovrana» scandisce Rini.
«Non può essere l’ufficio legale che si sostituisce alla Corte costituzionale; non è all’ufficio legale negare un voto in aula» puntualizza Elso Gerandin (Mouv’). «Nel merito dell’emendamento ho forti dubbi ma un parere finisce lì». Si aggiunge la voce di Alberto Bertin (Rete civica). C’è un unico organo deputato alle controversie tra amministrazioni e Stato ed è la Corte costituzionale. Non attacchiamoci dunque ai pareri. Nessuno qui si può arrogare il diritto di dire questo non è costituzionale» rincara Stefano Ferrero (capogruppo Mouv’). «Da giurista, dico, l’emendamento è abbastanza sospetto. Un imputato è colpevole solo quando viene decretato tale. Evitiamo motivi di impugnazione» precisa Paolo Sammaritani (Lega Valle d’Aosta). «La legge Severino è sufficientemente restrittiva; non è questo il segnale forte» commenta Daria Pulz.
Tre mandati e poi a casa
«Ci sembrava una saggia decisione; una decisione sottratta ai partiti, che impedisce i cambi di casacca. La gente sarà libera di giudicare se c’è coerenza anche nei fatti. La Valle d’Aosta ha bisogno di regole certe». Dice Elso Gerandin (Mouv’). Con il ricambio stanno pure i grillini. «Confido che su questo emendamento ci sia il sì almeno dell’Union valdôtaine che ha già nel suo statuto i tre mandati». Sì alla limitazione delle carriere politiche pure dai consiglieri del Carroccio. Sì alla codifica in legge da parte dell’Union valdôtaine progressiste «che è nell’indole di molti partiti e movimenti» ha detto Laurent Viérin. E arriva il sì unanime dell’aula.
Governabilità
«La legge non scioglie i nodi della governabilità; avremo ancora maggioranze ballerine con la soglia del 42%» fa presente Elso Gerandin. Spunta un ballottaggio all’Italicum. No dell’aula.