Celebrazioni 25 Aprile: il vicepresidente del Consiglio Valle indossa la camicia nera, piovono le critiche; il leghista Distort replica «amo il nero»
Ricorda il consigliere del Carroccio che il padre faceva parte delle truppe di liberazione della Brigata Garibaldi
Il vicepresidente del Consiglio della Valle d’Aosta Luca Distort indossa la camicia nera alle celebrazioni del 25 aprile, Festa della Liberazione, nella mattinata di oggi in piazza Chanoux ad Aosta. In tanti storcono il naso. «Io amo particolarmente il nero. Non sono aduso a lanciare messaggi reconditi, preferisco essere chiaro e diretto. Liberazione, poi, ha la stessa radice di libertà che significa anche libertà di indossare ciò che si vuole». Ribatte Distort.
Forse la ‘mise’ del consigliere del Carroccio, che riporta alle camicie nere di mussoliniana memoria, sarebbe passata inosservata se non fosse che il leader della Lega e ministro dell’Interno Matteo Salvini ha deciso di disertare la ricorrenza, definendola «un derby fascisti-comunisti», per concentrarsi su il «liberare l’Italia da tutte le mafie, un cancro che va affamato e distrutto».
Questione di opportunità
Su facebook si rumoreggia dell’inopportunità di presenziare in camicia nera a una manifestazione nella quale aveva un ruolo istituzionale. Obiettiamo. Puntualizza: «Non sono appassionato di social. Ripeto: il nero è un colore che indosso spesso e non solo per una questione estetica. Io sono un motociclista e questo colore contraddistingue i bikers. Inoltre, sono un architetto sensibile ai colori scuri e nel mio guardaroba il colore predominante è il nero». Per alzare l’asticella del dibattito e stemperare i toni cita il padre. «Sono figlio di un ufficiale delle truppe di liberazione garibaldine. Mio padre era comandante di Compagnia in seno alla XIV Divisione Garibaldi di stanza ad Alba. Sono cresciuto con i valori della Resistenza, intesi in senso lato come lotta a ogni forma di totalitarismo. Il rispetto non si dimostra con mere formalità».
Della scelta di Salvini di disertare le manifestazioni ufficiali dice: «ognuno si esprime come crede». Conclude: «Oggi, sì, ho fatto una scelta ideologica: quella di indossare il cappello di Alpino perché rappresenta una parte della mia vita».
(danila chenal)