Quotazione in borsa Cva: le ragioni del sì e del no a confronto in aula
Prosegue il dibattito iniziato nella serata di martedì 7 maggio
Passerella di consiglieri regionali stamane in aula sull’opportunità o meno di quotare in borsa la Compagnia valdostana delle acque, un’operazione da due milioni di euro, il Consiglio Valle . Fa discutere l’ipotesi della maggioranza – scritta nero su bianco in una risoluzione – di collocare in borsa il 35-40% della società idroelettrica, riservando una quota da destinarsi all’azionariato popolare e il rimborso ai valdostani di parte della bolletta delle utenze domestiche attraverso gli utili della Cva. Tornano a chiedere elezioni anticipate Lega, Mouv’ e M5S.
Così la consigliera Patrizia Morelli (Alliance valdôtaine). «Oggi Cva è rallentata da normative nazionali mentre i suoi competitors sono in piena libertà di operare e questo è un problema. La quotazione in borsa è uno strumento perchè essa posso essere reattiva e dinamica, pur nel saldo controllo maggioritario della Regione».
Qual è il modo migliore per valorizzare la società? Si è chiesto il consigliere dei Mouv’ Roberto Cognetta che ha pregato i colleghi «di non fare i conti senza l’oste, dove l’oste è la Corte dei Conti»; ha esortato «a non prendere a cuor leggero, schiacciare pulsanti non fa sempre bene e ne abbiamo avuto dimostrazione nel recente passato. A prendere decisioni già scritte si paga di tasca propria o pagheranno gli eredi». Accogliendo l’invito alla prudenza del collega Cognetta.
Sì convinto
Il consigliere Uv Giovanni Barocco ha ricordato che il Servizio Idrico Integrato è pubblico e che la parte da quotare in Borsa è il 30-35/. «Lo dice l’aritmetica che è minoranza»; ha ribadito la necessità «di decidere senza influenze esterne. Serve una decisione convinta perchè Cva continui a restare il gioiello valdostano che è sempre stato, con un governance trasparente e competente, perchè possa diventare leader nel mercato delle energie rinnovabili. Per portare avanti progetti sono necessarie le risorse; non si vendono le acque, si quota una parte di società pubblica. E lasciatemi ricordare la lungimiranza dell’Uv nella scelta di comprare Enel che oggi ci dà questa nuova possibilità di crescita».
No convinto
«Io non sono contrario a prescindere – ha commentato il consigliere della Lega Diego Lucianaz – il problema è che non abbiamo parlato di cifre. Ricordiamoci poi che il venduto è venduto e quel 30/35-40% che venderemo non sarà più nostro; non so quanti investimenti sugli impianti sono previsti, ma ricordiamoci anche che una grossa fetta di utile verrà erosa per un terzo. Il consigliere della Lega è critico con i lavori della Commissione speciale Cva: «devo concordare con il Comitato Giù le mani dalle acque, che parla di pagliacciata; siamo innanzi a uno sperpero di tempo e di denaro per lavorare a una risoluzione già scritta».
Non le ha mandate a dire la consigliera Adu Daria Pulz, che ha ripreso le parole del Procuratore della Corte dei Conti Rizzi parlano di «voracità finanziaria della Regione, con operazione di drenaggio delle risorse, quando certe somme non erano nelle disponibilità». «La vera emergenza di Cva è l’ingerenza continua e ostinate delle varie Giunte che hanno prelevato denaro per finanziare il Casinò, ma anche per far assumere amici e amici degli amici. Una società usata come Bancomat insomma». Conclude Pulz: «serve una nuova classe politica che non sia delegittimata nei suoi comportamenti. Noi vogliamo vederci chiaro, per non sbagliare, perchè la decisione sia a vantaggio della comunità».
Così Nicoletta Spelgatti (Lega). «Mi avete scaldato il cuore con Chanoux, il bene dei valdostani. Quasi quasi mi avete convinta. Ma lei, Morelli (soprannominata in aula madame Pirouette), non era contro la quotazione? Non state facendo un accidenti di niente ma oggi volete accelerare su Cva. La Commissione è stata istituita all’unico scopo di arrivare alla conclusione che la quotazione è l’unica via. Io voglio vedere le cifre, i dati e gli altri scenari. Non si può decidere su ciò che non si conosce. Voi fate delle operazioni per depredare Cva. State lontani da Cva». Il capogruppo Andrea Manfrin evoca il referendum popolare «per dare la parola ai valdostani». «Siamo di fronte a una scelta non ponderata ma vincolante».
Secco Luigi Vesan (M5S) «Il problema è la vendita di Cva. Il nostro Statuto supera le leggi dello Stato e potremmo perseguire la strada del confronto con lo Stato per superare la Madia».
Altri interventi
Tranchant Pierluigi Marquis (Stella Alpina). «Non va giustificato il percorso di quotazione semmai andrebbe motivato un percorso diverso. E’ un tema che richiede grande responsabilità e ai valdostani non bisogna raccontare bugie».
Per Elso Gérandin (Mouv’). «Mi preoccupa l’approccio della maggioranza a quello che sarà un iter legislativo. Questa società ha distribuito 600 milioni di euro. Citate la Madia a corrente alternata. Non stiamo quotando una società in perdita. Si profile per il 2018 un dividendo da 46 milioni di euro. Promettete un rimborso ai residenti sulla quota energia. Vi ricordo che quanto viene della Cva dovrebbe essere utilizzato per lo sviluppo della regione. Credo che i valdostani preferirebbero, agli 80 euro stile Renzi, preferirebbero che si creassero posti di lavoro e reddito». Chiama l’operazione della maggioranza «in stile di sopravvivenza». A Marquis dice: «eppure Lei voleva una Rav pubblica». «Questo governo non ha più nulla da dire, nulla fare» conclude.
Alessandro Nogara (Av). «Il compito di una presidente di commissione è di gestire e moderare. Nulla di più. Sono stato additato come il responsabile dell’indirizzo che va verso la quotazione; sono stato accusato di avere preconcetti nei confronti di soluzioni alternative. Io non ho mai deciso chi audire».
(c.t.; d.c.)