Crer, indebita percezione di fondi: condannato Enzo Baccega
Baccega (difeso dall'avvocato Grazia Spadaro Tracuzzi del foro di Messina) era alla sbarra per rispondere di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato o di altro ente pubblico
L’ex presidente del Crer, Enzo Baccega, è stato condannato a un anno di reclusione (pena sospesa) dal Tribunale collegiale di Aosta composto dai giudici Eugenio Gramola (presidente), Marco Tornatore e Maurizio D’Abrusco. Il Collegiale ha anche disposto la confisca di beni fino al raggiungimento di 103 mila 500 euro; cioè il valore dei contributi percepiti indebitamente dal Crer.
Baccega (difeso dall’avvocato Grazia Spadaro Tracuzzi del foro di Messina) era alla sbarra per rispondere di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato o di altro ente pubblico (in questo caso, la Regione).
L’accusa
Secondo quanto ricostruito dalla Guardia di finanza, coordinata dal pm Luca Ceccanti, Baccega, alla guida dell’associazione per circa 18 anni, non avrebbe indicato un saldo passivo esistente nei rendiconti e avrebbe omesso di includere i ricavi derivanti dalla gestione di attività commerciali, come il Tennis Club Aosta.
Sotto la lente di ingrandimento della Procura erano finiti gli anni dal 2012 al 2015, durante i quali Enzo Baccega avrebbe presentato una situazione economica diversa da quella effettiva, arrivando a percepire indebitamente, ossia fuori dai presupposti di legge, fondi regionali per circa 90 mila euro.
L’inchiesta era partita dall’esposto presentato da Vincenzo Caminiti, il consigliere comunale di Aosta che, nell’aprile 2016, era salito alla presidenza del Circolo Ricreativo Ente Regione – Enti Locali, dopo 18 anni di presidenza Baccega.
Il processo
Durante l’udienza di mercoledì 22 maggio sono stati sentiti due testimoni. La parola è poi passata al sostituto procuratore Luca Ceccanti che, chiedendo la condanna a un anno di reclusione per l’imputato, ha anche evidenziato «la negligenza» degli uffici regionali che, anche se indotti in errore dai bilanci «carenti sotto vari punti di vista», non si sarebbero attivati per comprendere la reale situazione del Crer e, eventualmente, cessare le erogazioni.
L’inerzia della Regione è stata evidenziata in aula anche da Caminiti, il quale ha risposto alle domande del pm, dei giudici e della difesa. Il consigliere comunale di Aosta ha riferito che, una volta diventato presidente del Crer e resosi conto della situazione, si era rivolto «all’assessore alle finanze e al presidente della Regione». Secondo Caminiti, «nessuna verifica però è stata fatta».
(f.d.)