‘Ndrangheta, parla Salvatore Addario: «Tonino Raso voleva farsi vedere, nulla di più»
‘Ndrangheta, parla Salvatore Addario: «Tonino Raso voleva farsi vedere, nulla di più».
«Quando ho saputo dell’arresto di Antonio Raso ci sono rimasto male. Lui ha la spacconaggine di farsi vedere, ma non ho notato niente di più. Vuole solo farsi un po’ notare. Con lui ho sempre avuto buoni rapporti, mio zio è socio di Tonino per il ristorante La Rotonda. Io sono sempre stato schieratoper la legalità, quindi semprecontro la ‘ndrangheta». Parla Salvatore Addario, presidente di Cna Valle d’Aosta (vicepresidente nazionale di Cnatrasporti e turismo) e «cuginodi terzo grado» di Raso, il ristoratore aostano imputato per associazione mafiosa nel processo Geenna su presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta.
L’intervista è pubblicata sull’edizione di lunedì 22 giugno di Gazzetta Matin. Nella mattinata di giovedì 25 giugno, in apertura dell’udienza relativa al processo, l’avvocato Claudio Soro (difesa di Monica Carcea, ex assessora di Saint-Pierre accusata di concorso esterno) ha comunicato di voler rinunciare all’audizione di Addario come testimone.
Il nome di Addario spunta più volte nelle carte dell’inchiesta della DDA, anche se non è imputato e in questo momento non risulta essere indagato. Ciò che è certo, è che il 23 gennaio 2019 (quando fu eseguita l’ordinanzadel gip di Torino) Addario fu oggetto di perquisizione da parte dei Carabinieri. Non solo: il cugino di Raso è stato “protagonista” anche delle udienze incentrate sulla figura di Carcea e Raso. Il presidente di Cna, infatti, è stato nominato piùvolte in riferimento a varie vicende relative al processo.
«Questa cosa l’ho vissuta molto male – spiega Addario -, perché sono cose che non mi aspettavo. Durante le indagini io volevo chiedere di essere interrogato per chiarire la mia posizione, ma non l’ho fatto. Pensavo che se avevano qualcosa contro di me mi avrebbero chiamato. Così mi hanno consigliato degli avvocati».
Il servizio di trasporto alunni
Ma andiamo con ordine. Secondo gli investigatori, Carcea si sarebbe attivata per far ottenere ad Addario due proroghe del servizio di taxi-busper gli alunni delle frazioni alte di Saint-Pierre, che nel 2016 era in scadenza. Circostanza smentita dagli ex amministratori comunali sentiti come testimoni e dal segretario comunale, il quale ha detto che «le proroghe erano l’unica alternativa alla sospensione del servizio» in quanto mancavano i tempi tecnici per predisporre le carte per un nuovo appalto. Fatto sta che dopo due proroghe a favore della ditta di Addario, fu fatta una gara per il servizo e l’aggiudicatario risultò essere Patrick Parleaz. Quest’ultimo, sentito come teste, ha in parte confermato quanto dichiarato dall’ex assessore Alessandro Fontanelle, cioè di aver lamentato pressioni da parte di Addario dopo l’aggiudicazione e di aver chiesto all’ex assessore «dimandare dei controlli».
Sul punto, Addario spiega: «Io non partecipai all’appalto perché collaboravo con Parleaz, era inutile partecipare tutti e due. Con Parleaz la collaborazione era nata per un serviziodi Hallo Bus a La Salle. Io avevo già il servizio scuolaa Saint-Pierre. Mi aveva detto:“A La Salle copro io, poiquando ho lavoro in più telo passo”. Già prima dell’appalto per Saint-Pierre collaboravamo e, in caso di sostituzione, ci facevamo fattura a vicenda. Nego che ci siano state pressioni da parte mia. Quando Parleaz ha vinto l’appalto mi ha detto che potevamo collaborare e io avevo chiesto di informare il segretario comunale per inserirlo nel contratto».
Ma perché allora Parleaz avrebbe chiesto a Fontanelle di «mandare dei controlli»? «Io mi sono fatto un’idea – afferma Addario -: forse voleva fare tutto il lavoro e non dare più niente a me. Comunque io con Parleaz non ho mai discusso. Quando aveva bisogno lo sostituivo. In inverno accadeva piùspesso perché lui aveva più lavorocon i trasfert per gli aeroporti. Diciamo che il 60%lo facevo io. Durante l’anno,invece, coprivo circa il 30%».
Ciò che è certo è che la gestione dell’Affaire taxi-bus è uno dei motivi che ha portato allo scioglimento del comune di Saint-Pierre e – altra certezza – alcuni appalti e documentiamministrativi delcomune sono finiti sulla scrivania del pm Luca Ceccanti, il quale ha da tempo aperto un fascicolo (senza indagati o ipotesi di reato).
Il mezzo senza assicurazione
Ma il nome di Addario è stato tirato in ballo durante il processo anche perché, negli ultimi mesi del 2019, era stato beccato dalla Polizia locale mentre eseguiva il servizio di trasporto degli alunni al posto di Parleaz (il subappalto non era consentito), perdipiù con un mezzo non assicurato. Sulla questione il presidente di Cna replica: «Io pensavo di averla. Condividevo l’ufficio con una libera professionista che si occupa di assicurazioni. Eravamo d’accordo che, al posto di pagarmi l’affitto, mi faceva l’assicurazione a sue spese. Lei però si è dimenticata. Io, rientrato dalle ferie, ero sicuro di avere l’assicurazione ma ho sbagliato a non controllare».
E visto che a farsi trovare senzaassicurazione è stato il vicepresidente nazionale di Cna trasporti e turismo, «questa situazione devo ammettereche mi ha creato imbarazzo». Ma nessuna intenzione di fare un passo indietro riguardo alle cariche rivestite:«Io ero in buona fede».
I rapporti con Centoz
Salvatore Addario poi sarebbe anche stato il tramite per alcuni incontri tra l’attuale sindaco di Aosta Fulvio Centoz e Antonio Raso. Sentito come teste, Centoz ha spiegato di aver incontrato un paio di volte Raso (con il tramite di Addario) prima della campagna elettorale e, in quelle occasioni, il ristoratore avrebbe promesso a Centoz dei voti per le comunali del 2015.
Addario spiega: «Centoz l’ho conosciuto quando facevo un servizio di trasporto a Rhêmes, dove lui era sindaco. Nel 2015 mi aveva chiamato e mi aveva detto che si sarebbe candidato come sindaco di Aosta. Mi chiese se potevo aiutarlo. Io ho detto: “vediamoci e mi lasci i santini, così se conosco qualcuno..”. Lui mi disse “ok”. Era in piena campagna elettorale e ci siamo visti alla Rotonda perché io passavo di lì e ho detto a Centoz di raggiungermi. Raso era presente, ma non sapeva che sarebbe venuto Centoz. Io gli ho presentati, ma non ricordo cosa ci siamo detti».
(federico donato)
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