Etna Docg: 60 giorni e 100 firme per ok Masaf per vendemmia 2026
AskaNews
di admin Administrator  
il 31/10/2025

Etna Docg: 60 giorni e 100 firme per ok Masaf per vendemmia 2026

Milano, 31 ott. (askanews) – “I vini dell’Etna potrebbero avere la nuova Denominazione Docg già in vigna nel 2026. Se il ministero riceve le firme entro dicembre, l’avanzamento della procedura in tempi brevi è un obiettivo difficile ma non irrealizzabile”. Lo ha detto il vicecapo di Gabinetto del Masaf, Patrizio D’Andrea, ospite a Catania del convegno “Opportunità e strumenti per la crescita del sistema Etna Wine”, che si è svolto il 30 ottobre.

“Per chiedere il passaggio da Doc a Docg – ha ricordato D’Andrea – è necessario che la richiesta sia sostenuta dal 51% dei produttori che rappresentino anche il 51% della superficie coinvolta”. Una soglia che per essere raggiunta necessita ancora di un centinaio di firme, in considerazione che in poco più di dieci anni i viticoltori sono quasi raddoppiati: da 203 nel 2013 a 474 nel 2024.

“Il territorio ‘Etna’ è caratterizzato da tantissime micro-produzioni diffuse e conferimenti frazionati” ha affermato il consigliere del Consorzio di Tutela Etna Doc, Marco Nicolosi, precisando che “come Consorzio abbiamo già la superficie minima per poter richiedere la Docg, ma adesso l’obiettivo è ambizioso: coinvolgere i piccoli agricoltori, informarli, raccogliere i documenti e inviare tutto al ministero entro il 2025, per riuscire a centrare l’obiettivo per la prossima vendemmia”.

La Docg implica controlli in produzione più stringenti e quindi denota un livello di qualità superiore: analisi chimico-fisiche e sensoriali eseguite da una commissione ministeriale, un numero di serie sul sigillo di Stato per ogni bottiglia. Tutto ciò determina la possibilità di assicurare una qualità eccellente e costante, e una valorizzazione strategica, con benefici economici e d’immagine: un passo importante verso l’eccellenza, da raggiungere con una regia unica e un sistema integrato che coinvolga Amministrazioni, imprese e Università. “Stiamo creando la Fondazione dell’Ateneo che coinvolgerà diversi privati – ha dichiarato il rettore dell’Università di Catania, Enrico Foti – spiegando che “quindi ci occuperemo di formazione professionalizzante, cioè di tutti quei percorsi formativi che richiederanno in aula la presenza di specialisti e non solo di docenti universitari. Sarà uno strumento più snello dal punto di vista formale, ma con il marchio Unict che rappresenta garanzia e qualità dell’attività didattica erogata”.

Per valorizzare il patrimonio vitivinicolo dell’Etna, non potevano mancare coloro che governano i Comuni ai piedi del Vulcano, che hanno come obiettivo quello di fare rete. “È importante essere insieme per poter sviluppare interventi strategici che possano risolvere i problemi urgenti e ambire così ad obiettivi di eccellenza che il contesto territoriale dell’Etna merita”, ha dichiarato il sindaco di Sant’Alfio Alfio La Spina, mentre il suo collega di Castiglione di Sicilia, Concetto Stagnitti, ha aggiunto che “in questi primi 5 mesi di mandato ho lavorato estendendomi fuori dal territorio e trovando una sinergia con i Comuni vicini”. Lo stesso tenore ha avuto l’intervento del sindaco di Linguaglossa, Luca Stagnitta, che ha rimarcato che serve una governance unitaria per costruire un ‘Etna Wine System’ ancora più solido e infrastrutturato, guardando ai grandi obiettivi internazionali, ma cercando prima di risolvere le piccole criticità territoriali: dai rifiuti alle risorse idriche, passando per l’organizzazione di eventi non circoscritti al singolo comune, ma dai confini più estesi.

Il focus, organizzato da Mada Vinea, rappresentata da Daniele Cianciolo, ha visto diversi ospiti confrontarsi sul brand “Etna”, come il professore dell’Università di Bologna, Corrado Caruso, e i docenti dell’Università di Catania, Bruno Caruso e Salvatore Barbagallo (già assessore all’Agricoltura Regione Siciliana), e il presidente di Coldiretti Sicilia Francesco Ferreri. L’architetto Filippo Bricolo ha poi evidenziato il rapporto strategico tra architettura e vino: “Pensare la cantina come progetto architettonico significa narrare come il vino dialoga con il territorio: una direzione che molte realtà del vino in Italia stanno abbracciando”.

Il convegno si è concluso con una tavola rotonda con esperti e personalità che ha messo in evidenza l’apertura a Mascalucia di una sede etnea dell’Istituto regionale dell’Olio e del Vino; la possibilità di esplorare con il mercato brasiliano grazie al ponte con il Consolato generale d’Italia a Porto Alegre (in collegamento c’era il Console Valerio Caruso); la necessità di valorizzare le figure professionali che ruotano intorno alla filiera vitivinicola (partendo da chi sta in campo); e il ruolo centrale dell’assessorato regionale per accelerare i programmi di sviluppo.

[Lo ha detto Patrizio D’Andrea a convegno su sistema vino Etna a Catania|PN_20251031_00026|gn00 nv03 sp33 ma00| https://askanews.it/wp-content/uploads/2025/10/20251031_130025_3762B89C.jpg |31/10/2025 13:00:36|Etna Docg: 60 giorni e 100 firme per ok Masaf per vendemmia 2026|Vino|Cronaca, Agrifood]