Sette aziende su dieci sono pronte a investire in soluzioni Cloud per la fiscalizzazione
AskaNews
di Marketing Administrator  
il 31/10/2025

Sette aziende su dieci sono pronte a investire in soluzioni Cloud per la fiscalizzazione

Roma, 31 ott. – Il 2026 segnerà un punto di svolta per la fiscalità digitale in Italia. Con il Decreto legislativo 1/2024 (art. 24), che ha aperto la strada a soluzioni interamente software per la gestione dei corrispettivi, si avvierà una nuova fase nella digitalizzazione dei processi fiscali. Un’innovazione che si inserisce in un contesto già segnato dall’obbligo – previsto dalla Legge di Bilancio 2025 – di integrazione e ulteriore convergenza tra terminali di pagamento POS e registratori telematici dal 1° gennaio 2026, spingendo verso una trasmissione sempre più automatica dei dati all’Agenzia delle Entrate. Lo stesso Provvedimento dell’Agenzia (Prot. n. 111204/2025 del 7 marzo 2025) ha definito le regole tecniche, rendendo possibile, dal 1° gennaio 2026, scegliere soluzioni software certificate in alternativa ai sistemi hardware tradizionali.
Sette aziende su dieci stanno quindi investendo in soluzioni cloud per la fiscalizzazione o intendono farlo nel breve termine, mentre il 60,5% riconosce in queste soluzioni un alleato strategico per l’efficienza e la conformità, ma il mercato è frenato da una scarsa consapevolezza dei nuovi obblighi in arrivo e da una ridotta conoscenza delle soluzioni disponibili.
Solo il 30% delle imprese, infatti, è adeguatamente informato sulla nuova normativa e appena il 7% conosce bene le soluzioni cloud alternative agli hardware tradizionali, mentre ben il 91% utilizza ancora esclusivamente i registratori di cassa telematici. Un gap informativo e di adozione che riguarda anche i fornitori di soluzioni per il punto cassa, che solo in un caso su quattro propongono strumenti completamente cloud-based.
Sono alcuni dei risultati dell’Osservatorio Cloud e Corrispettivi di fiskaly – tech company europea specializzata nella fiscalizzazione in cloud – realizzata in collaborazione con Format Research intervistando 500 tra fornitori di soluzioni per il punto cassa e tra grandi aziende, PMI e microimprese nei settori retail, turismo e servizi alla persona
“L’approvazione del Decreto legislativo 1 2024 art.24, ha segnato un punto di svolta per l’ecosistema del retail e dei pagamenti in Italia, andando a completare anche il tassello della fiscalizzazione cloud in italia: per la prima volta è stata infatti aperta ufficialmente la porta a soluzioni interamente software per l’emissione e la gestione degli scontrini, dopo decenni di dipendenza e uso esclusivo di dispositivi hardware – commenta Silvio Agresti, Country Manager Italia di fiskaly -. La nostra ricerca analizza come il mercato sta reagendo a questa importante spinta normativa, e la fotografia che emerge è quella di imprese che intuiscono il potenziale del cloud e sono intenzionate ad adottare soluzioni per migliorare l’efficienza sul fronte della fiscalizzazione, ma sono frenate dalla percezione di costi e complessità e da una scarsa consapevolezza sia sui prossimi obblighi sia sulle soluzioni cloud disponibili sul mercato. In questo scenario, fiskaly si propone come partner tecnologico per guidare imprese e provider in questa transizione, trasformando la fiscalizzazione cloud da obbligo normativo a leva di efficienza e competitività”.
Cloud e nuovi obblighi fiscali, 2 imprese su 3 poco informate – L’Osservatorio evidenzia due fronti distinti ma strettamente connessi di scarsa consapevolezza informativa. La normativa che prevede l’obbligo di collegamento tra POS e registratore di cassa telematico dal 1° gennaio 2026 introdotta dalla Legge di Bilancio 2025 risulta poco conosciuta: circa due terzi delle imprese (66,7%) dichiarano di essere poco (39,5%) o per nulla (27,2%) informate riguardo al contenuto e alle tempistiche previste.
In questo scenario, a mostrare un livello di preparazione superiore sono le aziende di medie e grandi dimensioni, attive nei settori Retail e Turismo e localizzate nel Nord Ovest e nel Centro Italia: sono le più aggiornate sul piano regolatorio, le più consapevoli delle nuove soluzioni cloud e le più propense a investire in strumenti digitali per la fiscalizzazione.
Il quadro non migliora sul piano tecnologico: il 69,9% delle aziende ammette di essere “poco” (46,3%) o “per nulla” (23,6%) informato sulla possibilità di trasmettere i corrispettivi telematici tramite soluzioni software – abbandonando il registratore di cassa fisico – così come introdotto dal Decreto legislativo 1 2024 art.24. Solo il 30,1% si dichiara in grado di orientarsi tra le alternative disponibili. La conseguenza è una diffusa inerzia digitale, che ostacola l’evoluzione del sistema dei corrispettivi e mantiene molte imprese ancorate a modelli ormai superati.
Le barriere che frenano il mercato – Il processo di digitalizzazione delle imprese italiane rimane disomogeneo: solo il 12,9% si definisce completamente digitalizzato, mentre il 63,4% utilizza strumenti digitali in modo parziale, senza un percorso strutturato verso il “full digital”.
Le principali criticità individuate dalle imprese riguardano i costi percepiti come elevati (83,1%), la complessità del cambiamento (76,1%), la carenza di competenze interne (74,3%) e la scarsa chiarezza normativa (71,6%). Questi dati non solo confermano la limitata consapevolezza normativa già emersa, ma evidenziano anche una percezione distorta dei costi: molte aziende non sono ancora pienamente informate sulle soluzioni cloud, che invece permettono un risparmio fino al 50% rispetto ai sistemi tradizionali. In molti casi è ancora l’imprenditore a definire le strategie digitali e a scegliere i fornitori, con un limitato coinvolgimento di manager o consulenti esterni.
Nonostante queste percezioni, le imprese riconoscono chiaramente i vantaggi della fiscalizzazione in cloud: il 59,4% individua nella velocità e automazione dei processi il beneficio principale, mentre oltre il 60% ne apprezza il ruolo nell’integrazione dei sistemi e nell’efficienza operativa. Tuttavia, senza un cambio di paradigma nella percezione dei costi, significativamente più bassi nel caso delle soluzioni cloud e nella gestione delle competenze, la transizione resta lenta e frammentata, e molte aziende continuano a navigare in una sorta di limbo digitale.
Provider di cassa: servono incentivi e chiarezza normativa sul cloud – Solo il 26,7% dei provider offre soluzioni di punto cassa completamente cloud-based, e la percentuale scende al 20% se si considerano le soluzioni fiscali, mentre la maggior parte continua a utilizzare sistemi tradizionali. I fornitori che hanno adottato il Cloud segnalano tra i principali benefici aggiornamenti automatici (84,6% del campione), minore necessità di manutenzione hardware (76,9%) e costi di implementazione inferiori (46,2%), ma la transizione è rallentata da costi percepiti troppo elevati (43,3%), problemi di connettività (36,7%) la resistenza al cambiamento (30%).
Per oltre 8 fornitori su 10 il livello di consapevolezza delle imprese sulla conformità fiscale è medio-alto, ma dalla prospettiva delle aziende emerge un quadro molto diverso: solo il 30% si dichiara adeguatamente informato sui nuovi obblighi normativi. Solo il 21,7% dei fornitori, inoltre, ritiene adeguata l’attuale normativa. Per accelerare la fiscalizzazione in cloud, bisogna lavorare su incentivi fiscali e normativi (53,3%), formazione dei clienti finali (33,3%) e maggiore chiarezza normativa (26,7%). Quasi un terzo del campione ha già investito in soluzioni cloud per la trasmissione dei corrispettivi telematici e un ulteriore 10% ha in programma di farlo.
SIGN IT: la risposta di fiskaly ai limiti percepiti del cloud – Di fronte a un mercato interessato, ma frenato da incertezze normative e ostacoli concreti alla digitalizzazione, emerge la necessità di strumenti che non solo digitalizzino, ma guidino concretamente la transizione. È in questo contesto che fiskaly propone SIGN IT, pensata per superare i freni strutturali e trasformare l’adozione del cloud da sfida percepita a opportunità reale.
SIGN IT è una soluzione di fiscalizzazione in cloud che, tramite una semplice integrazione, rende qualsiasi dispositivo o software conforme e abilitato all’emissione a norma di scontrini, senza la necessità dei tradizionali registratori di cassa. Retailer, fintech e soluzioni software di gestione del punto cassa possono in questo modo gestire i corrispettivi in modo digitale, sicuro e conforme. L’architettura API-first permette un’integrazione rapida con i software già in uso, automatizzando l’intero processo e riducendo costi e complessità tecnica. Per i fornitori di sistemi di cassa, SIGN IT rappresenta un modulo fiscale scalabile e sempre aggiornato, pronto all’uso, mentre per le fintech consente di offrire servizi end-to-end integrando incasso, rendicontazione e fiscalizzazione in un’unica interfaccia digitale. Anche per ristoratori, commercianti e catene retail, SIGN IT semplifica la gestione operativa, consente di centralizzare le informazioni fiscali di più sedi, accedere ai dati in tempo reale e uniformare i flussi contabili. Grazie all’eliminazione dei vincoli hardware, ogni punto vendita può trasmettere i corrispettivi con strumenti già disponibili, come tablet, smartphone o gestionali esistenti, garantendo maggiore flessibilità, efficienza e conformità normativa, anche per attività itineranti o stagionali.