Draghi: l’Europa rischia la stagnazione se non adotta l’intelligenza artificiale
Roma, 1 dic. (askanews) – Se l’Europa non colma il divario che la separa da altri paesi nella adozione delle tecnologie legate all’intelligenza artificiale si prospetta un “futuro di stagnazione”. Lo ha sottolineato Mario Draghi nel suo discorso alla inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico di Milano. “Se non colmiamo questo divario e non adotteremo queste tecnologie sul larga scala l’Europa rischia un futuro di stagnazione con tutte le sue conseguenze. Considerato il profilo demografico, se l’Unione Europea mantenesse semplicemente il tasso medio di crescita della produttività dell’ultimo decennio, tra 25 anni l’economia avrebbe di fatto la stessa dimensione di oggi”, ha detto Draghi.
“Se sistemi come questi fossero adottati su larga scala genererebbero benefici immediati. Queste ed altre tecnologie non salveranno le società da tutti i loro guasti ma possono sicuramente migliorare lo stato di salute. Quanto dipenderà in gran parte dalle scelte politiche che
ne guideranno la diffusione” ha sottolineato Draghi. “Una politica efficace in condizioni di incertezza richiede adattabilità, rivedere le ipotesi adeguare rapidamente le regole man mano emergono evidenze concrete sui rischi benefici. È qui che l’Europa si è inceppata. Abbiamo
trattato valutazioni inziali e provvisorie come se fossero dottrina consolidata inserendole in leggi estremante difficili da modificare”, ha detto Draghi.
“Giudicare e regolare in anticipo l’intelligenza artificiale richiede di soppesare una vasta gamma di possibili esiti, economici, etici, sociali in una situazione in cui la stessa tecnologia si evolve con rapidità. Se c’è un filo conduttore nelle difficoltà dell’Europa a tenere il passo con il cambiamento tecnologico, è la nostra incapacità a gestire questa incertezza radicale”, ha evidenziato Draghi.
“Per ragioni storiche e culturali l’Europa ha spesso adottato un approccio improntato alla cautela radicato nel principio di precauzione. Questo metodo può essere adottato in ambiti delimitati ma è inadeguato per tecnologie digitali ad uso generale come l’intelligenza artificiale. In tali contesti i regolatori devono formulare giudizi ex ante. Lasciare che nuove tecnologie si diffondano senza controllo come successo con i
social media non è un’alternativa responsabile, ma bloccare il potenziale positivo prima che possa emergere è altrettanto sbagliato”.
Per Draghi quello che devono fare le istituzioni sono “scelte rischiose e coraggiose”.
