Vino, “Slow Wine Fair” a Bologna dal 22 al 24 febbraio 2026
Milano, 2 dic. (askanews) – “Slow Wine Fair” torna a BolognaFiere dal 22 al 24 febbraio 2026 con una nuova edizione dedicata al tema del vino giusto, che lega la qualità del prodotto alle condizioni di lavoro e al ruolo sociale della filiera. La manifestazione è organizzata da BolognaFiere con la direzione artistica di Slow Food e il patrocinio del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, del Comune di Bologna (Bologna), della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna e di Confcommercio Ascom Bologna.
Il focus di quest’anno approfondisce l’impatto del vino sulle persone e sui territori, con particolare attenzione all’inclusione, alla tutela dei lavoratori e al futuro delle Terre Alte. Le conferenze e gli incontri, online da gennaio e poi nei tre giorni in fiera, approfondiranno il vino come strumento di integrazione, di imprenditoria femminile e giovanile e di sviluppo per aree marginali.
“Slow Wine Fair si conferma una piattaforma che unisce valore culturale, visione internazionale e una filiera sempre più attenta alla sostenibilità” ha affermato Gianpiero Calzolari, presidente di BolognaFiere, spiegando che “per BolognaFiere ‘Slow Wine Fair’ e ‘SANA Food’ rappresentano appuntamenti chiave dedicati al canale Horeca e alla qualità dei consumi fuori casa”.
Per Federico Varazi, vicepresidente di Slow Food Italia, la qualità del vino passa dal rispetto per il lavoro. “Oggi l’agricoltura e la ristorazione sono tra i settori più esposti allo sfruttamento lavorativo e al caporalato” ha dichiarato, ricordando che “difendere il lavoro agricolo significa difendere le comunità rurali, garantire dignità ai lavoratori migranti, creare opportunità per giovani e donne e valorizzare i territori. Ogni bottiglia racconta la cura o l’abbandono delle vigne e delle persone che le lavorano”.
L’edizione 2025 aveva registrato 15mila ingressi, con oltre 1000 Cantine da tutte le regioni italiane e da 32 Paesi, più di 750 realtà certificate biologiche, biodinamiche o in conversione, 6.000 etichette in degustazione e oltre 2.000 appuntamenti B2B con 300 buyer internazionali selezionati grazie a ICE.
La sinergia con “SANA Food”, dedicata all’alimentazione sana e sostenibile per Horeca e retail specializzato, si rafforza: Slow Food Promozione entra nel Padiglione 18 con produttori, degustazioni e attività formative. Un unico biglietto e padiglioni adiacenti costruiscono un percorso integrato tra cibo e vino basato su responsabilità e trasparenza.
Il cuore espositivo di “Slow Wine Fair 2026” è nei Padiglioni 15 e 20, con oltre 1000 Cantine italiane ed estere riunite secondo Paese e regione. I vignaioli aderenti condividono i principi del Manifesto per il vino buono, pulito e giusto. Tra le novità, l’area dedicata alle vecchie annate della Banca del Vino di Pollenzo, frazione di Bra (Cuneo), con bottiglie rare e millesimi introvabili proposti in rotazione e nei Temporary Tastings.
Accanto al vino, tornano la sesta edizione della Fiera dell’Amaro d’Italia realizzata con Amaroteca e ANADI, la Slow Food Coffee Coalition con torrefattori e degustazioni dedicate e i produttori di sidro che raccontano tradizioni e sviluppi di una bevanda in crescita sui mercati internazionali. Un’area è dedicata alle aziende della supply chain vitivinicola che presentano tecnologie e attrezzature per una produzione più sostenibile.
Il tema del lavoro resta centrale. “Slow Wine Fair”, in collaborazione con sindacati e associazioni del terzo settore, affronta sfruttamento e vulnerabilità nelle campagne, in particolare per i lavoratori immigrati, oggi componente decisiva della manodopera viticola. Tra gli esempi positivi di integrazione c’è quello di Salina (Messina), dove Antonino Caravaglio ha costruito un percorso che unisce agricoltura biologica e accoglienza. “Mi sono rivolto al centro di accoglienza di Piazza Armerina (Enna)” ha raccontato, ricordando che “arrivarono tre giovani rifugiati politici che ho assunto. Ora vivono sull’isola, lavorano in vigna e in Cantina e fanno parte di una squadra con persone provenienti da diversi Paesi. Questo è possibile grazie a un principio semplice, il trattamento equo per tutti. L’immigrazione è una risorsa per il nostro Paese”.
La manifestazione dedica spazio anche al ruolo delle donne. Tra le figure emblematiche Elisabetta Fagiuoli della Cantina Montenidoli a San Gimignano (Siena), protagonista di 53 vendemmie. “Mi sono infilata pantaloni e scarpe da lavoro per andare in vigna. Perché è dal suolo che parte tutto” ha raccontato, soffermandosi sulla Fondazione Sergio Il Patriarca Onlus, nata per creare un luogo di incontro tra generazioni. “La fondazione accoglie chi non si trova nel mondo dell’efficienza” ha spiegato, aggiungendo che “gli anziani tramandano esperienze, i giovani ampliano lo sguardo”.
Il percorso dei giovani che vogliono entrare nel settore resta complesso, soprattutto per l’aumento del costo dei terreni e la difficoltà di trovare superfici accessibili, con il rischio che il mercato dei vini più prestigiosi resti concentrato nelle mani di gruppi strutturati o fondi. Anche questo sarà uno dei nodi affrontati a Bologna.
All’interno della fiera torna il “Premio Carta Vini Terroir e Spirito Slow”, che riconosce le migliori carte dei vini italiane e internazionali. Nel 2026 le categorie sono quattordici, con nuove sezioni territoriali e una dedicata al caffè. Le segnalazioni saranno aperte dal 4 dicembre al 9 gennaio, il voto del pubblico dal 10 al 31 gennaio, poi la giuria selezionerà i vincitori premiati lunedì 23 febbraio in fiera.
Il programma prevede inoltre conferenze dell’Arena Slow Wine Reale Mutua, incontri in Casa Slow Food, masterclass su millesimi e terroir e gli eventi OFF diffusi a Bologna (Bologna) e nei dintorni.
