Rifiuti, Valle Virtuosa: «Un fallimento i sacchetti della Mont Emilius»
“Cronaca di una morte annunciata”, Jeanne Cheillon, presidente dell’associazione Valle Virtuosa, prende in prestito il titolo del romanzo di Gabriel Garcìa Marques per bollare l‘iniziativa dell’Unité des Communes Mont Emilius sulla distribuzione di sacchetti arancioni per la raccolta del residuo secco indifferenziato.
«L’Unité ha distribuito i sacchetti promettendo ai cittadini di superare il 70% di raccolta differenziata e di abbassare i costi nelle tasche dei contribuenti – dice Cheillon -, ma noi siamo qui a denunciare l’inefficacia e l’assoluta inutilità di questa iniziativa. È stata data un’informazione che non potrà mai verificarsi».
I problemi dei sacchetti
I sacchetti arancioni distribuiti in tutti i comuni dell’Unité, anche laddove la raccolta dell’organico non è ancora organizzata, fa notare la presidente, non sono biodegradabili, si rompono facilmente, spesso sono fallati (bucati o aperti) e, senza codice a barre o microchip, non sono riconducibili all’utente: «proprio per questo non sarà possibile arrivare a una tariffazione puntuale». Cheillon ha mostrato come un sacchetto che potrebbe davvero dare un risultato esista in diverse regioni, dotato di microchip permette di riconoscere l’utente al quale poi applicare lo sconto in tariffa se fa una buona differenziata. «Questo è il sacchetto che si dovrebbe adottare, anche se per noi il porta a porta rimane la soluzione migliore, non quelli arancioni che sono conferiti in enormi campane o nei molok dove all’interno c’è di tutto». A testimonianza delle parole di Cheillon una serie di immagini del contenuto e della sporcizia diffusa attorno ai molok e alle campane.
Le contraddizioni
«Hanno parlato di un’iniziativa sperimentale, ma nel campo dei rifiuti non c’è più niente da sperimentare, basterebbe adottare le buone pratiche che altre zone d’Italia hanno studiato. Questa è una campagna elettorale sulla pelle dei cittadini!» affonda Cheillon. La presidente evidenzia poi le contraddizioni dell’iniziativa: «hanno tolto i cassonetti stradali dei diversi flussi di rifiuti sostituendoli con due grosse campane per il multimateriale e l’indifferenziato e l’invito agli utenti, soprattutto alle persone anziane che fanno fatica a spostarsi, è che lì dentro ci si possa buttare di tutto. E così succede. Questo va anche contro le direttive del piano regionale sulla gestione dei rifiuti, lo abbiamo segnalato nel maggio 2017, ci hanno dato ragione, ma le campane anziché sparire sono addirittura aumentate!». Per Valle Virtuosa c’è un altro paradosso: «hanno distribuito i sacchetti per il secco e per l’umido ci sono 3 bidoncini in tutto il Comune!»
La proposta
«Prendendo atto che i molok sono stati acquistati con i nostri soldi e ce li dobbiamo tenere, cosa possiamo proporre? Di utilizzarli per i diversi flussi affiancando una pseudo sperimentazione sul porta a porta per l’organico e l’indifferenziato. Il porta a porta non solo risolve il problema della tariffazione puntuale, ma è una soluzione che va in aiuto degli anziani, responsabilizza l’utente ed evita la butta visione delle postazioni molok con sporcizia diffusa».
(erika david)