Edilizia, Filca Cisl: investimenti e regole condivise per uscire dalla crisi
Il 23 aprile le organizzazioni di categoria hanno chiesto alla Regione l'attivazione di un tavolo permanente
Investimenti e regole condivise per fronteggiare la crisi economica e sanitaria nel settore edile. Lo chiede la Filca Cisl.
«Applicazione dei protocolli per il contrasto della diffusione del COVID-19 con un controllo effettivo del territorio con l’ausilio degli organi di vigilanz , investimenti e regole condivise, sono la risposta di cui il settore ha bisogno per uscire da una crisi senza precedenti, senza le quali i lavoratori rischiano di ritrovarsi a breve in una ancor più grave emergenza occupazionale», sottolinea il Sindacato.
Il 23 Aprile le organizzazioni di categoria hanno inviato una richiesta d’incontro alla Regione per l’attivazione del Tavolo Permanente per trovare soluzioni condivise ai problemi del settore. «Richiamiamo l’intera Giunta ad affrontare con tutti i portatori d’interesse, in tempi celeri le problematiche del settore che si riferiscono ai tanti lavoratori e alle tante imprese sane che svolgono un lavoro primario per l’economia e per il rilancio di tutto il territorio della Valle D’Aosta», scrive Filca Cisl.
Investimenti
«Con grandi proclami la Regione Valle d’Aosta aveva previsto per il triennio 2020-2022 investimenti per 229.610,10 milioni, oggi apprendiamo dagli organi di informazione chela stessa , bandirà tra settembre/dicembre 75 gare per 30 milioni – scrive il Sindacato -. Niente di nuovo, anzi almeno 40 milioni in meno rispetto a quanto previsto. Gare che ci preoccupano sulla tempistica e non rendono chiaro l’avvio effettivo dei cantieri, con uno slittamento concreto al 2021. Un settore, quello degli edili , già colpito negli ultimi anni da una perdita degli addetti del 50% che ha portato a 2500 i lavoratori attualmente impegnati nel comparto».
Norma in salsa valdostana
Secondo Filca Cisl «ad aumentare la precarietà e le difficoltà degli edili è la norma in “salsa valdostana” inserita dalla Regione e duramente criticata dalle organizzazioni sindacali che prevede negli appalti e affidamenti pubblici, la sospensione del cantiere nella stagione invernale per eventi meteorologici , che impedisce l’accesso alla CIG dei lavoratori ivi impegnati , che come in una “mattanza” subiscono il licenziamento da parte delle imprese. Ogni anno nella stagione invernale circa la metà dei lavoratori attivi risulta disoccupata con perdita significativa di salario e di reddito per le loro famiglie».
(reaostanews.it)