Consiglio Aosta: la lite su APS finisce in procura
Querelle tra sindaco e Rinascimento Valle d'Aosta dopo un'iniziativa legata a presunte problematiche per una progressione interna di carriera. Il movimento annuncia l'intenzione di rivolgersi ai magistrati
Finirà con il deposito degli atti in Procura l’ennesima battaglia su Aps scoppiata nel consiglio comunale di Aosta. Al centro della querelle le iniziative presentate da Rinascimento Valle d’Aosta e, in particolare, quella riguardante una «progressione interna di carriera» di un dipendente della partecipata «collegato in modo stretto a un membro della maggioranza consiliare».
Da qui ne nasce una seduta secretata, per evitare il fuoriuscire dei nomi, uno scontro all’arma bianca, con tanto di comunicati incrociati e una sospensione della seduta stessa per un acceso confronto all’interno della maggioranza.
Il tutto coronato dalla promessa del capogruppo di Rinascimento, Giovanni Girardini, di recapitare i documenti in Procura.
La mozione
Ripercorriamo l’ennesimo affaire legato alla partecipata comunale partendo dalla mozione presentata da Rinascimento Valle d’Aosta, riguardante, appunto, «una procedura di progressione interna di carriera quadro amministrativo».
Secondo quanto ricostruito dal movimento, nell’organico della partecipata esisterebbe «una risorsa con qualifica di Dirigente che è stata demansionata in modo evidente e che necessita di essere reintegrata con carichi di lavoro adeguati a tutela sua e dell’azienda».
A questa premessa si aggiunge il fatto che la progressione di carriera citata nel titolo è ritenuta non consona in quanto «la fattispecie delle progressioni interne non può prevedere un doppio passaggio di livello così come, invece, previsto nella procedura in corso di espletamento».
E qui parte l’attacco di Rinascimento, che evidenzia come i «requisiti previsti dalla procedura in corso di espletamento per l’ammissione alla selezione non rispettano il principio di pluralità dei candidati, in quanto risulterebbe in possesso di detti requisiti un’unica risorsa dell’organigramma, peraltro collegata in modo stretto a un membro consiliare della maggioranza, e ciò in palese violazione dei principi costituzionali di uguaglianza e dei canoni di imparzialità e di buon andamento della pubblica amministrazione».
In più questo procedimento violerebbe «il principio di concorrenza meritocratica».
Per questo i consiglieri del gruppo chiedevano alla Giunta di «agire nei confronti della APS per disporre la sospensione e annullamento della procedura […] adibendo al ruolo lavorativo di cui alla stessa la risorsa allo stato inquadrata come Dirigente e demansionata oltre che priva di carichi di lavoro adeguati e consoni al livello e costo aziendale».
La bagarre
Apriti cielo. Perché nel trattamento dell’iniziativa, secretato per la richiesta degli stessi promotori, succede un po’ di tutto, compresa una sospensione di un paio d’ore, richiesta dalla maggioranza per provare a serrare i ranghi.
Quello che ne scaturisce è un comunicato stampa al vetriolo del primo cittadino, Gianni Nuti, che parte lancia in resta a difesa del Comune e in merito alle «osservazioni sollevate da alcuni consiglieri durante la discussione odierna degli atti all’ordine del giorno» e facenti riferimento a «presunte anomalie all’interno delle società partecipate dal Comune».
Il sindaco, infatti, respinge «illazioni e sospetti improntati alla demagogia» e assicura «che in ossequio ai principi di buona amministrazione, trasparenza e imparzialità» il governo comunale «si impegnerà in tempi ristretti a rafforzare le procedure necessarie al fine di approfondire ed evidenziare eventuali profili di irregolarità nella gestione delle suddette società».
Nuti continua evidenziando come «non potremmo tollerare la presenza di sacche di opacità all’interno di enti che sono espressione di un patrimonio di interessi collettivi che investono tutti i cittadini – esclama ancora -. Peraltro, non possiamo in alcun modo avallare l’idea, prospettata in aula dalla minoranza, di ritornare a una situazione di ingerenza della politica nella gestione delle scelte manageriali delle aziende controllate foriera, questa sì, di condurre a deviazioni e a illeciti anche molto gravi».
La replica di Rinascimento
Spiazzata dal comunicato stampa, Rinascimento prima sbotta in aula, poi affida i propri pensieri a un ulteriore comunicato stampa e, dulcis in fundo, anticipa la volontà di rivolgersi alla Procura di Aosta.
Condannato il comunicato diramato dal Comune, il movimento ricorda che «Nuti fa considerazioni su contenuti che non esplicita: li comunichi allora assumendosene la responsabilità» riferendosi alla segretezza di quanto trattato in aula.
Secondo Rinascimento, infatti, il sindaco «si contraddice per l’ennesima volta ossia prende le distanze, offendendo le nostre dichiarazioni, senza riportarle, ma allo stesso tempo si sente in dovere di impegnarsi a maggiori controlli. Ma se le nostre sono illazioni – si chiede il movimento del capogruppo Giovanni Girardini – perché allora Nuti dichiara di voler attuare maggiori controlli»?
La controffensiva non finisce qui.
Tacciato il sindaco di essere «offensivo» per aver citato «ingerenze della politica nell’operato delle partecipate», che per Rinascimento dovrebbero invece essere considerate come «dovere di controllo analogo da parte del Comune», ecco partire l’ultimo attacco.
«I contenuti della nostra mozione, per i quali abbiamo chiesto la segretezza e, ottenendo un diniego, la trasmissione da parte del Consiglio degli atti alla Procura, hanno determinato nella maggioranza uno stallo che si è tradotto in circa 3 ore di sospensione dei lavori perché la maggioranza si confrontasse» conclude il movimento, confermando poi l’intenzione di farsi carico di portare direttamente gli atti ai magistrati.
(al.bi.)