‘Ndrangheta, l’assessore Caveri: «Solo uno stolto potrebbe dire che l’infiltrazione non c’è stata»
Alcuni politici «hanno cercato il successo elettorale a dismisura», di fatto creando un meccanismo di do ut des
«Solo uno stolto potrebbe dire che l’infiltrazione della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta non c’è stata. E non solo per le ragioni processuali che emergeranno da qui alla fine dei processi, ma anche per un degrado morale di cui tutti siamo stati testimoni». Lo ha detto l’assessore regionale all’Istruzione, Luciano Caveri, durante la conferenza ‘La corresponsabilità oggi: noi, voi, loro’, organizzata nell’ambito della ‘Settimana della legalità Bassa Valle’.
Nel suo intervento, l’assessore ha affermato che «quando è nata l’Autonomia, i leader politici non era preoccupati del successo elettorale. Il loro carisma e la loro capacità derivavano dalla loro autorevolezza e non dal peso dei voti».
Il do ut des
Certo, «le persone hanno sempre cercato il presidente e gli assessori, ma era un rivolgersi alla politica nella sua funzione in servizio, se vittime di un’ingiustizia, se non erano in grado di capire qualche cosa, volevano capire meglio». Tuttavia, secondo Caveri, «non era un do ut des (dare per avere ndr). Ma a un certo punto, questo meccanismo si è fracassato per chi invece ha cercato il successo elettorale a dismisura, addirittura umiliando gli altri candidati, con cifre elettorali assolutamente straordinarie. Questo – ha aggiunto l’assessore – è avvenuto con un patto luciferino, in parte forse disvelato da alcune delle inchieste».
(f.d.)