Tragedia: morto lo speleologo aostano inghiottito da un torrente
«Non abbiamo nemmeno fatto in tempo a realizzare cosa gli stesse succedendo, che l’abbiamo visto inghiottito dalle acque. Praticamente non l’abbiamo più visto». E’ il drammatico racconto di Gianfranco Vanzetti, presidente del Speleo Club del Cai di Aosta, che ieri pomeriggio – domenica 5 gennaio – attorno alle 15.30, ha visto il suo compagno di spedizione Gianluca Girotto, 46 anni di Aosta, scivolare per poi essere inghiottito nelle acque di un torrente sotterraneo, gonfiato dalle piogge degli ultimi giorni.
Il corpo ormai privo di vita dello speleologo aostano è stato localizzato soltanto alle prime ore del mattino dagli uomini del Soccorso alpino e speleologico lombardo, un metro sotto il livello dell’acqua, nel punto in cui il suo corpo è rimasto intrappolato a seguito della caduta, rimasto bloccato nei cunicoli attraversati dalle acque.
L’incidente, accaduto a un centinaio di metri di profondità, si è verificato in una grotta sui monti della Valle del Nosé, nel comune di Zelbio, in provincia di Como.
Immediato l’allarme lanciato dai suoi stessi compagni di spedizione, quattro valdostani, due piemontesi e un bergamasco, con il personale del Soccorso alpino e speleologico lombardo giunto subito sul posto.
I sub, a causa della particolare impetuosità del torrente, fino a notte inoltrata non hanno avuto alcuna possibilità di immergersi per cercare lo speleologo aostano, con i soccorritori costretti a operare esclusivamente tramite sonde da valanga.
«L’unica speranza è che sia riuscito a trovare rifugio in qualche bolla sotterranea», avevano fatto sapere nella tarda serata di ieri alcuni soccorritori.
Speranza purtroppo vana; per raggiungere il corpo dell’aostano è stato necessario l’allargamento artificiale di alcuni cunicoli.
Nella foto gli uomini del Soccorso alpino e speleologico lombardo, nel tardo pomeriggio di ieri, durante le operazioni di ricerca dell’aostano Gianluca Girotto (foto Stefano Bartesaghi per La Provincia di Como).
Maggiori dettagli sul numero di Gazzetta Matin in edicola lunedì 6 gennaio 2014.
(patrick barmasse)