Corte dei Conti: «In diminuzione le consulenze, ma non è tutto oro quello che luccica»
«Non è tutto oro quello che luccica». Lo ha messo nero su bianco, il procuratore regionale della Corte dei Conti, Claudio Chiarenza, a pagina 17 del suo intervento in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2014 della Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Valle d’Aosta, a sottolineare che la flessione nel conferimento di incarichi di consulenza negli ultimi anni ha ragioni diverse, e comunque non sempre necessariamente riconducibili alle minori risorse a disposizione dell’amministrazione regionale.
«Da una aggregazione che potremmo definire ‘artigianale’ dei dati – si legge nella relazione -, desumibili dalle fonti accessibili a chiunque pubblicate su internet, sembra emergere che il numero e il valore delle consulenze, sostanzialmente stabili fino al 2009 in oltre 350 affidamenti annui per un valore di oltre 10 milioni di euro, abbia registrato una lieve flessione nel 2010, con circa 320 affidamenti per oltre 8 milioni di euro, per crollare improvvisamente a circa 140 affidamenti per meno di 4 milioni di euro nel 2011, fino a circa 80 affidamenti per un valore inferiore a 3 milioni di euro nel 2012».
A questo punto, però, ecco che «non è tutto oro quello che luccica», sostiene il procuratore Chiarenza, che prosegue: «Nel corso delle attività istruttorie di competenza è capitato di riscontrare, casualmente, che alcune consulenze ripetutamente affidate dalla Regione sono state negli ultimi anni affidate dalle società pubbliche, ovvero che le medesime prestazioni oggetto di consulenza sono state trasfuse, sempre ai medesimi consulenti, in altre forme giuridiche quali contratti di servizi o cottimi fiduciari, con la conseguenza che è solo cambiata l’imputazione in bilancio della spesa, non più conoscibile dai cittadini in quanto queste diverse forme contrattuali non sono soggette agli obblighi di trasparenza previsti per gli affidamenti degli incarichi di consulenza».
Per quanto riguarda l’attività più in generale della Procura regionale della Corte dei Conti nel 2013, sono state aperte 96 nuove istruttorie per presunto danno erariale, con una giacenza residua di 477 vertenze pendenti contro le 476 in essere all’inizio dell’anno.
«Si riscontra, pertanto, nel triennio 2011-2013 una progressiva stabilizzazione delle notizie di danno pervenute o comunque acquisite dalla Procura, passate dalle 84 nel 2011 alle 94 nel 2012 e alle 96 nel 2013», si legge ancora nella relazione.
Le condanne ottenute in primo grado dinanzi alla Sezione giurisdizionale – presieduta da Gianfranco Bussetti – nel 2013 sono ammontate a 13.455.190,31 euro, «dimensione inusuale in quanto è stato definito il giudizio concernente il cosiddetto ‘trenino di Cogne’, con condanna al risarcimento quantificato in 13 milioni di euro, giudizio attualmente pendente in appello», scrive il procuratore regionale Claudio Chiarenza nella sua relazione.
Le somme riscosse l’anno scorso in esecuzione di sentenze di condanna ammontano a 253.558,86 euro, «relative, per oltre la metà, a giudizi conclusi negli anni precedenti, in quanto la mera proposizione dell’appello sospende l’esecuzione delle sentenze di primo grado».
E ancora: «Particolare interesse assume il dato riferito alle spontanee riparazioni: queste ammontano nel 2013 a 4.043.973 euro», in particolare grazie «all’avvenuto recupero a opera dell’Azienda Usl valdostana, a seguito dell’emissione dell’invito a fornire deduzioni, del danno derivante dell’avvenuto pagamento negli anni dal 2006 al 2012, a medici e personale tecnico, della retribuzione a titolo di libera professione aggiuntiva in misura superiore a quella prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro, per un importo complessivo di 3.900.000 euro».
Nella foto, da sinistra a destra, il procuratore regionale Claudio Chiarenza, il giudice Paolo Cominelli, il presidente della Sezione giurisdizionale Gianfranco Bussetti e il giudice Alessandra Olessina.
(patrick barmasse)