Crisi governo: archiviate le dimissioni, al lavoro per superare l’impasse
Si apre con la presa datto delle dimissioni degli otto assessori regionali il Consiglio Valle. Ricorda le regole il presidente del Consiglio Emily Rini, confermando alla giunta la possibilità di portare avanti lordinaria amministrazione per i prossimi 60 giorni entro i quali si dovrà formare un nuovo governo. Primo a intervenire il consigliere unionista Ego Perron. «Non ci sono né vincitori né vinti: cè una Valle dAosta che ha bisogno di risposte. LUnion valdôtaine si presenta in questa aula riconoscendo pienamente che il governo Rollandin così come è nato non esiste più con i 18 che componevano la maggioranza» – sottolinea evocando la sottoscrizione delle mozioni di sfiducia da parte del collega di movimento Leonardo La Torre. Aggiunge Perron: «Ci assumiamo le nostre responsabilità, ma da questa impasse vogliamo uscire al più presto. E tempo di intavolare il confronto e il dialogo», auspica «lapertura urgente di questa fase allinsegna della responsabilità» e affida «alle segreterie politiche la gestione del momento nella trasparenza per ricercare gli uomini migliori perché la politica dovrà lavorare per consegnarci una soluzione». Conclude Perron: «Se le segreterie politiche falliranno, dovrà essere laula ad assumersi la responsabilità di elaborare soluzioni: ce lo chiedono i cittadini, le categorie commerciali, le fasce più deboli. Se fallirà anche laula, rimarrà solo la soluzione delle elezioni anticipate che sono sulla bocca di tanti ma nel desiderio di pochi. Sarebbero il fallimento della Valle dAosta».
Secondo a prendere la parola il capogruppo della Stella Alpina Stefano Borrello: «E un giorno storico quello che stiamo vivendo, una prima assoluta. Le elezioni ci hanno consegnato un Consiglio Valle dai numeri risicati senza contare le difficoltà di bilancio. E stato un anno di governo con tante difficoltà, ma con tante risposte. La legislatura è nata con una serie di problematiche ricorda la tormentata elezione di Emily Rini alla presidenza del Consiglio per culminare con le otto mozioni di sfiducia. Prendiamo atto della crisi politica: affrontiamola a testa alta. Latto di responsabilità è di non creare un vuoto di potere» scandisce e, concorde con Perron, sollecita «lapertura di un tavolo di lavoro perché la Regione ha bisogno di un governo stabile. La Stella Alpina inizierà da subito un percorso di confronto con il partner unionista, ma non ci sottrarremo al confronto con tutte forze politiche. Le elezioni saranno inevitabili se non ci sarà responsabilità da parte della politica, ma anche di ogni singolo consigliere».
Così Stefano Ferrero capogruppo del Movimento 5 Stelle: «Rifletteremo sulle affermazioni di Perron. Dobbiamo condannare comportamenti irresponsabile degli ultimi trenta giorni. E di oggi la notizia di unaltra sforbiciata alle casse delle regioni. La risposta è allinterno del documento che lopposizione ha presentato, attorno a questo si devono coagulare i consensi. Noi abbiamo una certezza: la metà dei componenti della maggioranza non ci sarà più se si andrà a elezioni anticipate. A chi giovano? Garantiremo unopposizione durissima, non pensate di fare la normale amministrazione alla maniera dellUnion».
Per il capogruppo del Pd-Sinistra VdA Raimondo Donzel: «Il Consiglio oggi ritrova la centralità. Il voto in questaula torna a contare e il dibattito ha di nuovo un valore politico. La sostanza è che si è preso atto che una maggioranza debole dal punto di vista del progetto politico non cè più. Oggi dobbiamo chiederci se abbiamo un progetto per il futuro e noi labbiamo ed è aperto al contributo» dichiara facendo riferimento al documento programmatico Per la Valle dAosta che vogliamo.
Di clima «solenne e surreale» parla il capogruppo di Alpe Patrizia Morelli: «E la fine di un ciclo il passaggio di oggi. Siamo pienamente coscienti dellassoluta necessità di uscire dallimpasse con una proposta seria. Il documento programmatico per noi è un punto fermo, qualcosa di concreto. Lunico interesse da perseguire è quello della comunità».
Leonardo La Torre (UV) ha sottolineato che le mozioni di sfiducia da lui presentate nei confronti degli assessori non avevano nulla di personale, ma erano di carattere politico: avevano semplicemente lo scopo di sollevare un coperchio sul malessere che ristagnava all’interno della maggioranza. Per La Torre, c’era bisogno di un rigurgito di dignità nei confronti dell’uso della parola attraverso il dialogo: parola che ora deve tornare alle forze politiche, le quali dovranno trovare delle soluzioni politiche, cercando con onestà delle intese per evitare le elezioni.
Il Capogruppo dell’UVP, Luigi Bertschy, ha detto che “le dimissioni degli assessori sono un gesto di responsabilità guidato che avrebbe potuto essere messo in atto già il 27 marzo, all’indomani dell’approvazione della risoluzione che invitava la Giunta a dimettersi. In questi dieci mesi di Legislatura, l’opposizione ha messo in campo una serie di azioni, cercando sempre un clima di dialogo senza mai trovarlo. Oggi c’è bisogno di una visione futura: i 17 consiglieri hanno elaborato un progetto di governo sul quale c’è la disponibilità a confrontarsi, ma dovremo sederci tutti attorno al tavolo con la volontà di rompere con il passato. La Valle d’Aosta si può difendere da più parti e tutti portando il proprio bagaglio e la propria storia politica sono in grado di portare il proprio contributo. Con umiltà e con la voglia di dare un futuro ai valdostani”.
(danila chenal)
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