Aggressione in pronto soccorso: tre infermieri feriti
Ennesima aggressione al pronto soccorso dell’ospedale Parini. A pagare le conseguenze del comportamento quanto meno sconsiderato di un paziente – un giovane italiano di 32 anni – sono stati due infermieri e un’infermiera, aggrediti e malmenati dall’esagitato.
L’uomo è giunto in pronto soccorso in ambulanza; era sdraiato in barella quando ha iniziato a dare di matto e ha aggredito una infermiera. Un collega del triage, giunto in suo aiuto, è stato colpito ripetutamente e così un terzo infermiere che ha provato a contenere la rabbia del paziente. E’ stato necessario l’intervento di una pattuglia della Polizia che ha aiutato i sanitari a fermare l’uomo.
Qualche mese addietro, il primario del Dipartimento di Emergenza e Accettazione Massimo Pesenti Campagnoni aveva lanciato l’allarme sull’acutizzarsi preoccupante di aggressioni fisiche, verbali e di minacce che avvengono in pronto soccorso.
Gesti che mimano il taglio della gola, espressioni tipo ‘ti ammazzo’, ‘ti riempio di botte’ ma anche minacce di aggressione con le forbici, comportamenti violenti, appellativi volgari per dire prostituta, insulti di ogni genere, accuse di razzismo, accuse di rubare lo stipendio fino ai casi limite, come urinare contro il muro o masturbarsi sulla barella sono i comportamenti a dir poco censurabili con i quali ha a che fare il personale sanitario e quello amministrativo del pronto soccorso.
Ogni giorno, al pronto soccorso del Parini, accedono circa 120-150 persone, numero che sale a circa 200 nei mesi estivi.
Accorato l’appello del primario: «Il pronto soccorso è un bene di tutti, che va difeso; non si possono tollerare certe condotte. Tutto e subito non è possibile, ci sono regole, leggi e procedure collaudate come il triage e l’assegnazione dei codici. Ma qui arriva di tutto, chiunque pensa di poter arrivare in pronto soccorso e ottenere ciò che vuole, in barba alle regole e soprattutto alle urgenze. E legittimo pretendere qualità dei servizi, professionalità, diligenza ma devono essere altrettanto condivise la difesa delle regole del vivere civile, la buona educazione, la solidarietà verso i pazienti più gravi e il fermo rifiuto degli atteggiamenti aggressivi e violenti».
Nella foto, l’ingresso del pronto soccorso dell’ospedale Parini.
(c.t.)