Furti: assolto il presunto esecutore materiale, condannato il «convenuto silente ai fatti»
Il 10 ottobre 2013, poco dopo le 9.30, tre soggetti provenienti dal biellese erano entrati in una cartolibreria di Verrès. Secondo la ricostruzione effettuata dai carabinieri in sede di indagini preliminari, due di questi – Francesco Chianese, 30 anni, e un altro giovane già condannato in un precedente giudizio – si sarebbero occupati di «distrarre la figlia della titolare, chiedendo informazioni su un quaderno alla fine non comprato», mentre il 27enne Mauro Barbetta – il terzo componente del gruppo – si sarebbe diretto nel deposito sul retro dell’attività commerciale, rubando due portafogli – della figlia della titolare e di una dipendente – prima di darsi alla fuga a bordo di una Citroën C3 Pluriel.
Nel processo con rito abbreviato di questa mattina davanti al giudice monocratico del Tribunale di Aosta, Marco Tornatore, a essere però assolto «per non avere commesso il fatto» è stato proprio il presunto esecutore materiale del furto. Condannato a quattro mesi di reclusione e al pagamento di 200 euro di multa, invece, è stato Chianese, «il convenuto silente ai fatti», colui che «ha forse compreso quanto stava succedendo all’interno della cartolibreria, ma non ha in alcun modo partecipato alla distrazione della figlia della titolare, visto che a essere riconosciuto dalla vittima è stato soltanto» il terzo soggetto già condannato in un precedente giudizio, ha sostenuto il legale difensore di Chianese, l’avvocato Andrea Del Mastro del foro di Biella.
La vettura con a bordo i tre fu fermata qualche ora più tardi nell’ambito di un normale controllo stradale a Pavone Canavese. «In tale occasione la Polizia provvedette a identificare i tre», ha spiegato il vpo Cinzia Virota, che aveva chiesto la condanna di entrambi gli imputati a sei mesi di carcere e al pagamento di 200 euro di multa a testa. «Non possiamo non notare la natura meramente indiziaria degli elementi portati in discussione, considerato che non c’è stato alcun riconoscimento fotografico del mio assistito», ha precisato l’avvocato Vittorio Grosso di Biella, legale di Barbetta, nel corso della sua arringa difensiva.
Un dettaglio, quello del mancato riconoscimento fotografico degli imputati, che ha convinto il giudice Tornatore ad assolvere Barbetta, ma non Chianese.
(pa.ba.)