Aosta, per le slot restano le 11 ore al giorno
Il Comune frena sul regolamento
Aosta, per le slot si resta a 11 ore al giorno di gioco. Il Comune di Aosta “frena” sul regolamento.
Dopo aspre polemiche, pesanti accuse fra minoranza e maggioranza, e possibili querele alle associazioni che si sono espresse contro la proposta della vicesindaco, è stata approvata la delibera che prevede la sospensione dei punti 1.2 e 1.3 dell’articolo 6 del regolamento, che norma gli orari di accensione delle slot sul territorio aostano.
Uno degli obiettivi del solo regolamento attivo sul territorio regionale per contrastare l’azzardopatia era quello di ridurre gradualmente le ore di accensione delle macchinette “mangiasoldi”, che sarebbero dovute passare da 11 a 8 ore giornaliere nel giro di due anni. Ad appena 10 mesi dall’entrata in vigore del regolamento il Comune fa, secondo la minoranza compatta, «un passo indietro, basato su motivazione del tutto infondate e che lasciano intravedere una strumentalizzazione in vista delle prossime elezioni regionali».
L’esigenza di interrompere la graduale riduzione degli orari nasce «dalle richieste del tavolo tecnico del Celva, istituito per fornire supporto ai sindaci dei comuni in vista della redazione di un regolamento condiviso – spiega il consigliere Pd Pietro Verducci -. Stiamo sospendendo solo questi punti, un’ora non fa differenza ma ci permette si sperare in una più ampia collaborazione con gli altri comuni».
Per la maggioranza le motivazioni di questa sospensione nascono dall’esigenza di contrastare il pendolarismo ludopatico («basta attraversare la strada e passare da Aosta a Saint-Chritophe per continuare a giocare»), e, come si legge nella delibera per “evitare potenziali ricadute negative sulla libertà di iniziativa economica dei singoli operatori sul territorio di un comune strettamente connesso”.
Le accuse della minoranza
Per Andrea Manfrin di Lega Nord «nel 2016 i rappresentanti delle lobby delle slot avevano chiaramente dichiarato che i voti sarebbero stati dirottati verso chi si dimostrava amico delle loro aziende, adesso, con le elezioni regionali alle porte avete trovato l’uovo di Colombo: il giusto compromesso per stare dalla parte delle aziende». Il pendolarismo per Manfrin «non esiste, perché non è supportato da alcun dato» ed è, per il consigliere pentastellato Luca Lotto «l’unica falsa motivazione che adottate per mandare un deprecabile segnale politico». Per il consigliere Etiennne Andione (Gmm) si tratta di un paradosso, perché «non è possibile che nel nome della concorrenza sleale contro il gioco noi aumentiamo, o non riduciamo, le ore di gioco disponibili» perché, continua il consigliere Alpen Gianpaolo Fedi, «non deve importarci delle ricadute negative sui commercianti, il Comune deve difendere i deboli, non gli interessi di una lobby ristretta».
Risponde alle accuse il consigliere Uv, Vincenzo Caminiti, uno dei più convinti promotori del regolamento: «Io non ho subìto pressioni, e anche se dovesse succedere andrò avanti col regolamento. La bozza condivisa è praticamente pronta e fra un mese potremmo già avere un regolamento da applicare su tutta la regione. Se così non fosse torneremmo a scalare le ore come previsto».
Il tavolo tecnico del Celva «ha avuto quattro incontri solo nell’ultimo mese – spiega la vice sindaco Antonella Marcoz -, e noi eravamo obbligati a intervenire ora per andargli incontro. Siete voi a fare campagna elettorale, noi siamo ragionevoli e ci basiamo su quanto emerso negli incontri col Cpel a proposito del pendolarismo».
La querela
In riferimento a un comunicato stampa congiunto delle associazioni Arci, Libera, Legambiente, l’associazione “Mi ripiglio” e Valle Virtuosa, che vedeva, nella «proposta della vicesindaco un evidente regalo elettorale alla lobby delle slot con le sue ramificizioni mafiose», la Marcoz ha annunciato che «valuterà di agire nelle sedi più opportune, perché si tratta di accuse troppo pesanti per passarci sopra».
(sara sergi)