Caso Longarini: chiesto rinvio a processo per ex pm, Cuomo e Barathier
La Procura di Milano ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio con le accuse di induzione indebita a dare e promettere utilità e, solo per Longarini, rivelazioni di segreti d'ufficio e favoreggiamento
Richiesta di rinvio a giudizio. Questa la decisione della Procura di Milano nell’ambito del primo filone di inchiesta del caso Longarini.
Il pm Giovanni Polizzi, infatti, ha chiesto il processo per l’ex procuratore capo facente funzioni di Aosta, Pasquale Longarini, per il titolare del Caseificio valdostano, Gerardo Cuomo, e per il proprietario del Grand Hotel Royal e Golf di Courmayeur, Sergio Barathier. Il capo di imputazione, sul quale ora dovrà pronunciarsi il gup, è induzione indebita a dare o promettere utilità, cui si aggiungono, solo per l’ex pm, le accuse di rivelazione di segreti d’ufficio e favoreggiamento.
Induzione indebita a dare o promettere utilità
Secondo il magistrato Polizzi, come riportato nell’avviso di chiusura delle indagini preliminari, fino al 31 gennaio 2016 l’ex procuratore capo facente funzioni «abusando delle sue qualità o dei poteri di pubblico ufficiale» ed «essendo titolare di un procedimento penale a carico di Barathier per gravi reati, in accordo con Cuomo, sollecitava Barathier ad effettuare forniture di prodotti dal Caseificio valdostano per l’albergo Royal e Golf, cui in effetti Barathier procedeva, assumendo ordini del valore di circa 70-100 mila euro».
Rivelazione segreti d’ufficio e favoreggiamento
Per Longarini, come detto, si aggiungono anche le accuse di rivelazione di segreti d’ufficio (aggiunta in un secondo momento) e favoreggiamento. Queste ipotesi di reato si riferiscono all’aprile 2015, quando lo stesso, «in qualità di pubblico ministero di Aosta, aiutava Gerardo Cuomo a eludere le investigazioni condotte dalla Dda di Torino». Questo avveniva nell’ambito di «un procedimento penale» in «materia di criminalità organizzata» nel quale Longarini rivelò all’imprenditore «in violazione dei doveri inerenti alle funzioni, il fatto di essere questi sottoposto ad intercettazioni telefoniche, informazione che il pm di Aosta aveva appreso dai carabinieri di Aosta per ragioni del proprio ufficio, in quanto titolare di procedimenti collegati».
Ricordiamo che Pasquale Longarini, reintegrato dal CSM presso il tribunale di Imperia in qualità di giudice, era stato sospeso il 9 febbraio 2017, dopo essere finito ai domiciliari, al pari di Gerardo Cuomo, il 30 gennaio.
Il secondo filone
Dovrebbe essere vicino alla chiusura anche il secondo filone d’indagine della Procura di Milano, riguardante l’ipotesi di riciclaggio. Questa tranche era entrata nel vivo la scorsa estate, quando le attenzioni degli inquirenti si erano concentrate sulle attività di Massimiliano Fossati (ex manager Unicredit), del commercialista Edo Chatel e dell’immobiliarista Leo Personettaz (che inoltre, secondo gli investigatori, avrebbe pagato, insieme a Cuomo, un viaggio in Marocco a Longarini). L’ipotesi della procura, almeno nella prima fase delle indagini, era che i tre avessero posto in «essere operazioni immobiliari» principalmente a Praga con «risorse provenienti dalla commissione dei delitti tributari commesse da cittadini italiani, in modo da ostacolarne la provenienza delittuosa».
AGGIORNAMENTO
Il 28 ottobre 2021, Longarini, Cuomo e Barathier sono stati assolti in via definitiva dalla Corte di Cassazione.
(re.newsvda.it)