Epav: sì a progetto di un’area unica per gli autonomisti
Il Movimento esprime forte preoccupazione per il mancato finanziamento di 6 milioni alla Casinò Spa e per il respingimento di 25 migranti siriani
Il movimento Epav dice sì al progetto di un’area unica autonomista e auspica che «le forze politiche autonomiste e progressiste siano capaci di attivare in tempi brevi un dialogo costruttivo e risolutivo per (ri)trovare le convergenze necessarie a riaffermare con forza e nuovo vigore la capacità della Valle d’Aosta di perseguire un autogoverno coerente con i valori fondativi propri dell’Autonomia, scaturiti in primis dalla Resistenza e dalla lotta di liberazione antifascista». E’ la posizione scaturita nell’ultima riunione del comitato regionale, riunitosi nella serata di mercoledì primo agosto.
Tali principi, secondo Epav, sono «non negoziabili e, soprattutto, non trasferibili a movimenti nazionali sovranisti per definizione o vocazione, in quanto appartengono alla storia delle nostre montagne, confini naturali verso quell’Europa che deve restare ‘aperta’, in quanto non può mancare un genuino sentimento di ospitalità e fratellanza tra i popoli che abitano ai piedi degli opposti versanti, così come tra coloro che si affacciano sulle rive dello stesso mare».
Preoccupazione per casinò
Nella riunione il Movimento ha poi espresso «forte preoccupazione per il mancato finanziamento di 6 milioni alla Casinò Spa, da parte della Giunta e della maggioranza regionale, finanziamento peraltro previsto dalla Legge Regionale, fondamentale per portare a conclusione Il piano di ristrutturazione. Una incredibile mancanza di assunzione di responsabilità da parte della coalizione che governa la nostra regione, fortemente impegnata in questi giorni nella spartizione delle poltrone».
Deriva culturale
Il comitato regionale manifesta «la propria preoccupazione in merito alla deriva culturale che si sta manifestando nel Paese verso posizioni xenofobe e di generale discriminazione, anche alla luce delle quotidiane dichiarazioni rilasciate da parte di importanti esponenti del governo nazionale, la cui azione politica e amministrativa continua, purtroppo, a fondarsi sulla mera esaltazione demagogica e velleitaria delle aspettative e dei timori dei cittadini con il solo scopo di mantenere il consenso elettorale, senza preoccuparsi delle reali ripercussioni economiche e dei possibili rischi di tenuta sociale che una tale logica porta con sé».
Richiamando il no ai 25 migranti siriani Epav parla di «Fenomeni questi, a cui la nostra regione non è certamente estranea e che hanno già avuto evidenti e concrete manifestazioni nell’atteggiamento quanto mai oltranzista assunto dall’attuale Prefetto-Presidente della Giunta verso tutto ciò che non sia allineato al “nuovo dogma leghista”, per il quale la messa al bando di 25 tra uomini e donne colpevoli di vedere il proprio paese dilaniato dalla guerra, rappresenta una vittoria politica da dedicare al “capobastone” nazionale.
Sterili slogan
Epav condanna in modo fermo e categorico questo sistema di concepire la “cosa pubblica”, prendendo altresì le distanze nei confronti di chi si erge a paladino del “cambiamento” avendo quale risorsa solo sterili slogan da adattare a seconda dell’abito indossato e dove la parola “dignità” rappresenta l’ennesima trovata pubblicitaria per ricevere gli applausi di una claque eterodiretta secondo lo schema della società-formicaio tanto cara al padre fondatore, dove uno vale uno fintanto che svolge silente il compitino assegnatogli dall’alto.
Non ci si può stupire, quindi, del completo appiattimento al “diktat grillino” che caratterizza l’azione romana della Deputata Valdostana, quanto mai assente dal dibattito locale e di fatto rappresentante solo degli interessi del partito-azienda al quale ha ceduto il proprio account politico.
(re.newsvda.it)