Omicidio di La Salle, Cassazione: Lugo Perez agì con l’intento di uccidere
La Corte di cassazione ha confermato la sentenza di secondo grado pronunciata nei confronti di Osmany Lugo Perez, il trentasettenne condannato a 13 anni di reclusione per l'omicidio di Elio Milliery (76 anni).
Nelle motivazioni della sentenza della prima sezione penale della Corte di cassazione, è stata confermata la qualificazione del reato; nessun eccesso di autodifesa dunque, si trattò di omicidio volontario.
La vicenda
Secondo quanto ricostruito in atti, la sera dell’8 maggio 2015, tra Lugo Perez e Milliery sarebbe scoppiata una violenta lite all’interno della baita di proprietà dello stesso Milliery, che avrebbe scoperto il giovane cubano in atteggiamenti intimi con la sua ex moglie, anche lei di origine cubana (che però ultimamente si frequentava col Milliery). Da qui sarebbero partiti i primi insulti e spintoni, in un contesto in cui a farla da padrone era stato l’alcol. La zuffa tra i due sarebbe proseguita al di fuori della baita, fino all’accoltellamento di Elio Milliery da parte di Lugo Perez, che ha sempre sostenuto di «avere reagito a un’iniziale aggressione di Milliery», che avrebbe tirato fuori per primo un coltello Opinel dalla tasca, prima di essere disarmato e colpito a morte dal rivale. Tuttavia, dagli accertamenti peritali, era emersa la «totale incompatibilità» tra il coltello sequestrato e l’arma utilizzata per l’omicidio (l’arma del delitto non è mai stata trovata). La difesa (avvocato Davide Meloni) aveva sostenuto la tesi dell’eccesso colposo di legittima difesa.
La sentenza della Corte di cassazione
La suprema Corte ha giudicato il ricorso di Lugo Perez «manifestamente infondato». Nelle motivazioni, la Cassazione riprende quanto stabilito nel precedente grado di giudizio, qualificando la condotta di Lugo Perez come «una vera e propria azione aggressiva e non come una mera colluttazione tra i soggetti, rilevando che i segni riscontrati sulla persona dell’imputato erano compatibili con una caduta accidentale e che, nell’ipotesi più favorevole per la difesa, Lugo Perez agevolmente disarmava l’avversario e infliggeva la serie di quarantanove coltellate, per cui non ricorrevano le ipotesi prospettate di omicidio preterintenzionale e di eccesso colposo nella legittima difesa. La sussistenza del dolo è stata desunta dal numero e dalla profondità delle ferite inferte in parti vitali, mediante coltello a elevata capacità lesiva».
L’imputato, tramite il suo difensore, aveva deciso di ricorrere basandosi su sei motivazioni:
1) richiesta di disporre di una «perizia volta ad accertare l’incapacità totale o parziale di intendere e di volere di Lugo Perez al momento del fatto, in ragione della cronica assunzione di sostanze stupefacenti e delle problematiche inerenti alla sua persona».
2) Violazione di legge per l’omessa rinnovazione della perizia disposta dal giudice per le indagini preliminari.
3) Violazione di legge per mancato riconoscimento dell’eccesso colposo nella legittima difesa e mancata derubricazione in omicidio colposo.
4) Violazione di legge per mancata derubricazione nel reato di omicidio preterintenzionale.
5) Ingiustificata riduzione nel massimo per effetto della concessione delle circostanze attenuanti generiche.
6) Ingiustificato diniego delle circostanze attenuanti, derivando il fatto da una repentina aggressione posta in essere da Milliery (posta in essere in occasione delle colluttazioni).