‘ndrangheta, la ricetta per sconfiggerla della sinistra valdostana
Dal Partito Comunista Italiano e da Rifondazione Comunista le ricette per poter arginare il fenomeno mafioso anche nella nostra regione.
Partito comunista e Rifondazione comunista presentano le loro ricette per sconfiggere la piaga delle infiltrazioni mafiose
Nelle parole del segretario regionale, Francesco Lucat (Rifondazione comunista) la triste constatazione di una morte annunciata. «E’ singolare che non vi sia stato un minimo di riflessione su quali siano le condizioni che favoriscono il diffondersi del fenomeno mafioso. Questo alla luce dei commenti in merito alla scoperta, o meglio, conferma, di una locale della ‘ndrangheta nella nostra regione. Un fenomeno di dimensioni internazionali. Il potere deriva, come riferito dal comandante del Ros dei Carabinieri, non più dalla sua forza militare ma dal potere economico, dal capitale che la ‘ndrangheta ha accumulato. In un contesto socio-economico caratterizzato dallo spostamento della ricchezza dal basso verso l’alto e dal ridimensionamento dei diritti di chi lavora, la collusione tra potere politico e quello mafioso trova terreno fertile».
Il pensiero di Gallino
Per rendere più forte il proprio pensiero, Lucat cita Luciano Gallino. «Una crisi è l’ esito di azioni compiute da un numero ristretto di persone. Per lungo tempo hanno perseguito consapevolmente determinate finalità economiche e politiche, al fine di soddisfare i propri interessi. Ciò senza pensare alle conseguenze su di un gran numero». «Il fenomeno mafioso – conclude Lucat – va combattuto con le leggi, e l’impegno delle forze dell’ ordine. Però, finché non verrà rimesso al primo posto il diritto al lavoro e non continueranno ad allargarsi le diseguaglianze, l’Italia non sarà una Repubblica fondata sul lavoro e neanche una vera democrazia. La logica conseguenza sarà che lo squalo della ‘ndrangheta continuerà a trovare il mare profondo dove nuotare».
Il commento del Partito Comunista Italiano
Dalla segreteria del Partito Comunista Italiano l’ennesima mera constatazione di un male che si è insediato nella nostra società. «Le vicende giudiziarie degli ultimi giorni sono l’ennesimo episodio di una serie di scandali che hanno coinvolto numerosi esponenti politici. Noi riteniamo che il problema risieda negli ostacoli posti per una larga partecipazione democratica della cittadinanza valdostana causati dalla legge elettorale regionale vigente».
La ricetta del PCI
Il partito propone cinque punti che porterebbero a un miglioramento della situazione. Innanzitutto bisogna tornare a un sistema elettorale proporzionale. Sono da Abolire le soglie di sbarramento e i premi di maggioranza. Inoltre è importante ridurre a 200 le firme da raccogliere per la presentazione di liste. Infine 2 sole preferenze, esprimibili con alternanza di genere».
(re.newsvda.it