Governo VdA: un programma verde e assessori sotto tutela
L'agenda politico-amministrativa dettata da Rete civica con Elio Riccarand come grande manovratore
Per le opposizioni l’accordo tecnico-amministrativo con Rete civica è per i 17 dell’ex maggioranza «umiliante» visto il programma ideato da uno dei guru del ‘’green’’ (Elio Riccarand) con tanto di tutor esterni ( gli assessori tecnici già cari ai Verdi) a vigilare sull’operato dell’esecutivo.
Le motivazioni di Fosson
Nell’illustrare l’accordo tecnico-amministrativo con Rete civica il presidente della Regione, in Consiglio Valle, ha evocato «l’importanza di garantire la stabilità di cui la macchina amministrativa ne ha bisogno». «Questa nuova realtà si pone forse in modo anomalo ma ha finalità determinate e verifiche programmate. Non ci sono a breve altre soluzioni perseguibili. Neanche nuove elezioni potrebbero assicurare stabilità. Il senso di responsabilità è al centro del percorso. Ci è voluto uno sforzo di innovazione rispetto ai riti del passato attraverso l’assunzione di impegni reciproci di collaborazione mirata». Rivendica poi la compattezza dei 17. «C’è una capacità di lavoro notevole».
Scandisce più volte «non è una maggioranza organica». Snocciola i dossier alla base dell’accordo, già noti, quali legge elettorale, ferrovia da Aosta a Courmayeur, contrasto ai cambiamenti climatici, mobilità sostenibile, lavoro, sanità. Sarà istituito un tavolo di confronto al quale siederanno gli assessori regionali e i referenti di settore (leggi tutor, balie, insegnanti di sostegno) individuati da Rete civica («non chiamatela giunta ombra» dice Fosson).
Le critiche
Sbotta Nicoletta Spelgatti (Lega). «Siete sempre voi, avete governato sempre voi. Dov’è l’emergenza? Siete in 19 dov’è l’emergenza. Smettetela di prendere in giro i valdostani. Vi state distruggendo, state distruggendo i vostri movimenti. State devastando tutto. L’unica chiave di lettura è che avete paura delle urne. Avere i tutor di Rete civica è assolutamente umiliante».
Rincara il capogruppo leghista Andrea Manfrin. «E’ il più classico degli inciuci di Palazzo. Lo dicono i vertici dei movimenti. L’accordo è stato portato avanti nelle segrete stanze dai consiglieri regionali. Ecco perché Rete civica si vergogna a entrare organicamente in maggioranza. Solo un anno fa voi sostenevate mai con la Lega e mai con l’Union valdôtaine. Oggi vi rimangiate tutto con buona pace di chi vi ha dato fiducia».
Dura Daria Pulz. «Hanno fatto i soliti accordi sotto banco. Non avevamo dubbi su tenore del programma visto il narciso che l’ha coltivato (leggi Elio Riccarand). Davvero accetterete questi insegnanti di sostegno? Il cambiamento per noi passa dal rinnovamento dell’intera classe politica. A noi pare chiaro che la governabilità è solo una scusa per nascondere la paura delle urne. Se andassimo al voto vincerebbe la Lega».
Definisce «ridicolo il cronoprogramma». Per Luigi Vesan (M5S) «La distribuzione delle poltrone è l’unica cosa che vi sta a cuore. Del programma non vi importa nulla, l’importante è che possiate restare ben saldi sulle vostre poltrone. Corta vita a questo governo».
Per Elso Gerandin (Mouv’). «Questa è la nona maggioranza in sei anni. Qualcosa di anomalo questa volta è veramente successo. Non c’è neppure un timido tentativo di percorso politico. I movimenti non hanno potuto fare altro che ratificare l’accordo siglato a Palazzo. Questa è sicuramente un accordo anomalo».
(danila chenal)