Lega, Boldi: «valdostani additati come ‘ndranghetisti’, inaccettabile»
Il no tax day voluto da Matteo Salvini in tutta Italia, oggi sabato 14 dicembre, in Valle d'Aosta cede il passo all'attualità dell'indagine Egomnia
Lega, Marialice Boldi: «valdostani additati come ‘ndranghetisti’, inaccettabile». Il no tax day voluto da Matteo Salvini in tutta Italia, oggi sabato 14 dicembre, in Valle d’Aosta cede il passo all’attualità dell’indagine Egomnia. A esordire all’Hostellerie du Cheval Blanc di Aosta, il segretario della Lega Marialice Boldi. «Siamo additati dai media nazionale come una regione di ‘ndranghetisti. Non lo siamo. Almeno la maggior parte dei valdostani è onesta e lavoratrice. Sono mandati alle ortiche da coloro i quali guidano la Valle d’Aosta e dovrebbero avere un maggiore senso di responsabilità». Rincara. «Sono degli spudorati perché sapevano da tempo di essere indagati; la menzogna è grave».
Spelgatti, inaccettabile
Di «situazione drammatica» ha parlato Nicoletta Spelgatti. «Non avremmo mai voluto né vedere né saper ciò che sta emergendo dalle indagini. Noi non siamo mai scesi a compromessi; noi non abbiamo mai avuto problemi a denunciare. Ad aggravare questo quadro si aggiunge il fatto che il Presidente, nella sua funzione di prefetto, ha analizzato e firmato le relazioni finali delle due commissioni di accesso antimafia riguardanti i comuni di Aosta e Saint-Pierre quando lui stesso sarebbe indagato per contatti con il locale di ‘ndrangheta di Aosta. Un comportamento simile da parte della massima istituzione della nostra Regione è inaccettabile». Conclude. «Noi vogliamo tornare alle urne perché i valdostani possano scegliere; per noi il popolo è sovrano».
Alle loro voci si è aggiunta quella di Alessandro Giglio Vigna, già commissario del Carroccio valdostano. «Non stiamo brindando né festeggiando: siamo arrabbiati. Tutta la regione deve fare una riflessione. Un’unica cosa chiediamo: elezioni». Invita «il Consiglio Valle a un atto di dignità politica, dimettendosi».
Il no tax day
Vigna stigmatizza la plastic tax. «Tutti siamo ambientalisti ma bisogna bandire gli estremismi; non si può prescindere dal lavoro e dalla produzione. Distruggendo le aziende italiane che producono plastica, favoriremmo le multinazionali della plastica esenti da tasse». Dell’Ilva di Taranto dice: «con la sua chiusura restano a casa diecimila persone; l’azienda vale 1,5 punto percentuale del Pil nazionale. L’Italia dovrà compare dall’estero l’acciaio che un asset strategico del Paese». Punta il dito contro «il flirt del M5S con la Cina per il 5G. Come si fa a parlare con il Dragone rosso di settori strategici, difesa militare in testa». Condanna i patti commerciali stretti dall’Europa e il ddl fiscale che «crea uno stato di paura e uccide l’impresa». Affonda. «dall’agroalimentare alle industrie dell’acciaio, della plastica, dello zucchero stanno dismettendo il Paese, svendendo pezzi di sovranità soprattutto alla Francia e alla Germania con il Mes. Dobbiamo resistere».
(danila chenal)