Crisi di governo, Rini: «dimissioni sì, ma davanti al segretario del Consiglio, perché solo così sono valide»
Rini dice no a atti folcloristici come firmare su un foglio qualsiasi
Crisi di governo. «Non ho nessun problema a firmare le dimissioni ma chiedo che non sia un atto folcloristico». Propone: «Un secondo dopo l’approvazione del bilancio vi aspetto tutti nell’ufficio del segretario generale del Consiglio. Quello è l’atto che ha l’effetto immediato di andare al voto. I cittadini hanno bisogno di risposte, di stabilità e serietà». E’ l’invito lanciato ai colleghi dal presidente del Consiglio Emily Rini, facendo riferimento al foglio con 11 dimissioni presentato a inizio seduta da Lega, Mouv’, VdA Libra e Claudio Restano.
Gli interventi
Rini (Front valdôtain) perora la causa del piccolo commercio, di tutto il mondo delle partite Iva e delle Pro loco. Così in aula. «Ogni settimana chiude una piccola impresa commerciale» denuncia. Delle Pro loco dice: «Hanno svolto una funzione sociale, di aggregazione; sono il fondamento delle identità di paese. La normativa Gabrielli prevede delle normative stringenti inaccettabili per le piccole associazioni che sono messe in ginocchio, che non possono fronteggiare né i costi né le incombenze. Sono emendamenti che mettono una piccola toppa ma dovremo agire in profondità». Annuncia un ordine del giorno che chiede «la parifica di bilancio con la Corte dei conti «siamo l’unica Regione che non l’ha approvata». Dice sì al bilancio ma vincolato all’accettazione «di quelle che noi riteniamo le priorità».
Luciano Mossa (M5S). «Forse è stato raggiunto l’accordo sulle marchette in bilancio. Nonostante la nostra ampia collaborazione abbiamo constato l’atteggiamento di chiusura del governo che ha passato solo i suoi emendamenti. Speriamo che la maggioranza finisca di giocare a ‘marchettopoli’ e si voti questo bilancio prima che qualcuno finisca in prigione senza passa dal via».
Andrea Manfrin (Lega). «Il bilancio è stata una simpatica manfrina. Puntualmente il bilancio migliore per la Valle d’Aosta – così l’ha presentato l’ex maggioranza – è stato appesantito di volta in volta da emendamenti e emendamentini vostri. E’ un bilancio fatto in fretta in furia per fare un po’ di campagna elettorale. Minelli ci invita al consociativismo (la proposta di accordo istituzionale ndr). Noi non siamo così e diciamo no. La responsabilità della distruzione del tessuto socio-economica è sola vostra, collega Morelli. Così come è vostra la responsabilità di approvare il bilancio». Snocciola i fallimenti del crono programma di Rete civica, legato all’appoggio dell’allora Giunta Fosson. «Non vi dimettete perché dovete massimizzare e magari presentare qualche altra ‘marchettina’».
Alessia Favre (Av): «Io oggi sono imbarazzata. Siamo del tutto autoreferenziali noi piccoli politicanti. La nostra comunità si aspetta ben altro in questo momento. Una parte dei valdostani è sempre più distante dalla politica. Rimarco la necessità di agire con serietà verso le necessità della comunità. Questo bilancio non è certamente perfetto è però lo strumento per fare girare la macchina amministrativa per mettere fine ai disagi».
(danila chenal)