Federica Brignone parte per Pechino: «Che ammirazione per le Olimpiadi, ma il mio sogno più grande era la Coppa del Mondo»
La fuoriclasse di La Salle si racconta alla vigilia della sua quarta esperienza a Cinque Cerchi: «Ho buone sensazioni sugli sci, sono orgogliosa di quello che stiamo facendo Davide, Mauro e io»
Federica Brignone è partita ieri per Pechino e in Cina è iniziato da pochi giorni l’anno della Tigre.
La nostra Tigre, quella di La Salle, non è scaramantica, crede poco ai riti, ma chissà, magari qualche influsso positivo potrebbe arrivare anche da questo.
La valdostana arriva ai Giochi forte di 3 successi in superG, l’ultimo ottenuto domenica a Garmisch.
Federica Brignone pronta a graffiare alle Olimpiadi
Federica Brignone, però, alla viglia della partenza per le Olimpiadi di Pechino non sembra avere bisogno di queste cose.
Ha ritrovato la serenità, grazie anche a suo fratello Davide e al fido skiman Mauro Sbardellotto; i risultati sono arrivati e con loro anche le ottime sensazioni sugli sci.
Insomma, gli ingredienti ci sono tutti per arrivare al sogno di tutti gli atleti, quello dell’oro a cinque cerchi, anche se Fede, in realtà, il suo desiderio più grande, «vincere la Coppa del Mondo» lo ha già chiuso a chiave nella sua strabordante bacheca.
Federica Brignone: «Grande ammirazione per le Olimpiadi, ma il mio sogno era la Coppa del Mondo»
Federica, il grande appuntamento è ormai alle porte: cosa significano per lei le Olimpiadi?
Per me l’Olimpiade è un evento sportivo a cui ho sempre guardato con ammirazione fin da bambina. Credo che sia il sogno di tutti gli sportivi, ma il mio sogno più grande, più che l’oro olimpico, è sempre stato la Coppa del Mondo generale. Per me, il sogno olimpico riguarda vivere l’atmosfera, sfilare e gareggiare per il mio paese, trovarsi in una situazione dove con i tuoi compagni provi a tenere alto l’onore dell’Italia. È una sfida bellissima, in cui condividi l’esperienza con atleti che magari non hai mai avuto modo di incontrare.
E questo è un aspetto che mancherà un po’ a Pechino. Per fortuna, ho avuto la possibilità di viverne altre tre. Bellissima quella di Vancouver, mentre le altre sono state in luoghi che vantano minor tradizione e minor attenzione per il nostro sport, ma sono state comunque molto belle, ottime occasioni per condividere una grande esperienza insieme. Sinceramente mi dispiace per chi la vivrà per la prima volta, perché forse il 20% degli atleti è lì per giocarsi la medaglia, gli altri vanno lì per partecipare e godersi l’esperienza. È il bello dello spirito olimpico e dell’evento più importante al mondo.
Federica Brignone: «Parto per Pechino con buone sensazioni sugli sci»
Tre vittorie in stagione: come arriva all’appuntamento con la rassegna a cinque cerchi?
Arrivo con buone sensazioni sugli sci e questa penso sia la cosa più importante. Ho una sciata solida in discesa, superg e anche gigante, dove nelle ultime gare, con pettorale e pressione addosso, ho acquisito maggiore sicurezza. Al di là dei risultati, è importante sapere che ci sono e sono da medaglia in più specialità. Certo, la sicurezza nel nostro sport non ce l’ha nessuno, perché ti giochi tutto in un minuto e anche se sei stra favorito nulla è certi. Devo performare in quel giorno e in quel momento: il nostro è uno sport bellissimo, adrenalinico, ma anche balordo.
Federica Brignone: «Mi adatto in fretta a condizioni mai provate, voglio partecipare a 4 gare»
La condizione è comune, ma le pesa il fatto di non aver mai potuto testare le piste olimpiche?
In realtà non so cosa aspettarmi, ho sentito solo qualche voce e visto qualche video sui social. So che la neve sarà artificiale e farà freddo, per cui mi aspetto neve compatta e aggressiva come a Pyeongchang. A me, comunque, tutto questo non dispiace. Sono un’atleta completa, che si adatta in fretta anche su piste e condizioni mai viste. Sciando bene tecnicamente, diciamo che riesco a interpretare la pista nel modo giusto e questo potrebbe essere un punto a favore.
Quest’anno sta andando alla grande soprattutto nelle discipline veloci: a quali gare parteciperà e su quali ha puntato in particolare il mirino cinese?
A inizio stagione, stilando gli obiettivi con mio fratello, abbiamo messo nel mirino gigante, superg e combinata. Però sto sciando bene anche in discesa e non nascondo che gli obiettivi si sono leggermente modificati. Prima, infatti, avevo previsto di saltare qualche gara, ma ora ho deciso di andarmi a prendere la qualificazione anche per la discesa; d’altronde, uno dei miei sogni era quello di partecipare a tutte le competizioni. Partecipare e avere la possibilità di andare a medaglia è comunque già un bel traguardo.
Federica Brignone: «Che l’anno della Tigre sia di buon auspicio»
In Cina il 2022 è l’anno della Tigre. Può essere un buon segno? Che rapporto ha con la scaramanzia e i riti pre-gara?
Intanto spero che sia di buon auspicio. Tre weekend fa mi hanno detto la luna era nel segno del cancro, il mio segno, e ho vinto; a me queste cose non interessano particolarmente, ma lì ha funzionato. Io non sono scaramantica, non ho oggetti, pezzi che devo indossare per la gara, so che tutto dipende da me. Ovviamente ho una mia routine pre-gara, che mi permette di arrivare al cancelletto sapendo di essere a posto dal punto di vista mentale, fisico e generale, ma non è scaramanzia. Anche se non ho fatto un determinato movimento non è che la gara andrà male. Siamo noi gli artefici del nostro destino.
Federica Brignone: «Peccato manchi il grande pubblico»
Anche la rassegna olimpica sarà senza il grande pubblico, viste le presenze contingentate soltanto di spettatori cinesi: per una professionista come lei pesa questo aspetto?
A me dispiace tanto, perché per me potrebbe essere l’ultima Olimpiade e mi sarebbe piaciuto regalare una bella esperienza alla mia famiglia, magari papà, zii e cugini. Dall’altro lato, forse, è quasi meglio così, perché in Cina, sport del ghiaccio a parte, per il nostro mondo non c’è grande cultura. È un peccato, mi piacerebbe rivivere un’altra bella esperienza come quella di Vancouver, dove le tribune erano sempre piene e c’era gente dappertutto. A sto punto speriamo almeno di vedere tanti cinesi.
Negli appuntamenti “secchi” è riuscita a conquistare il metallo più prezioso solamente nei Mondiali Juniores. È una cosa che le pesa e le mette pressione in vista di Pechino?
Sinceramente no, è un sogno che ho, ma sono consapevole di quanto sia difficile anche solo salire su quel podio. Ovviamente punterò al massimo, ma sarei soddisfatta anche di un metallo meno prezioso. È talmente difficile performare al momento giusto nel posto giusto in una gara di élite, che è già speciale così.
Federica Brignone: «Non baratterei la coppetta di superG con un oro olimpico»
Con la vittoria di Garmisch ha messo una seria ipoteca sulla coppetta di superG: la baratterebbe per un oro olimpico?
Penso di no.
Il bronzo di PyeongChang, che peso ha nel suo ricco palmarès?
«Sicuramente ha un peso, perché la medaglia olimpica è qualcosa di veramente difficile e particolare da conquistare, ma non baratterei la Coppa del Mondo con un oro. Credo che pesino altrettanto, se non di più, le 18 vittorie in Coppa, la costanza avuta in questi dieci anni e il fatto di essere sempre stata presente nella top ten. La medaglia è una ciliegina, un qualcosa in più. Tessa Worley non ne ha mai vinta una, ma è quella con più successi in carriera in gigante; come può intaccare tutto quello che ha fatto?».
Federica Brignone: «Orgogliosa di me, Davide e Mauro»
La stagione è cominciata all’insegna della tensione (forse più mediatica che reale) anche per la sua decisione di allenarsi non sempre con la squadra Elite femminile. I risultati, però, le stanno dando ragione: cosa riesce ad avere in più da questa nuova organizzazione?
Non è stata solo una mia decisione, ma è stata quasi imposta. Sinceramente sono anche un po’ stufa e confermo che questa tensione è stata forse più mediatica che altro. Onestamente sono orgogliosa del lavoro che ho fatto, di come sto sciando e sono serena: è quello che volevo per una stagione olimpica, peraltro in un momento così difficile per tutti. Riuscire a rimanere sereni e felici in questo periodo e riuscire a superare la tensione è tosta, ma noi la stiamo vivendo bene, facendoci scivolare le cose addosso, cosa che prima non riuscivo a fare. Lo scorso anno ero stravolta, volevo smettere. Per questo sono orgogliosa di quanto stanno facendo Davide e Mauro Sbardellotto: hanno avuto una corazza bella tosta, soprattutto questa estate. Non è facile avere occhi e dita puntate addosso; onore a loro, li ringrazio per aver avuto le spalle larghe.
Nonostante i podi sfiorati a Lienz e Kronplatz, come mai quest’anno sta facendo più fatica del solito in gigante?
Penso sia una questione di fiducia. Quest’estate stavo sciando bene in gigante, avevo riscontri positivi a livello di cronometro. Forse, però, non ero molto libera mentalmente e ho fatto fatica a mettere in gara quanto stavo facendo. A Courchevel ero stanchina, Killington è stata annullata, mentre in altre occasioni ho sciato bene solo a metà. Ho fatto fatica, ma sto tornando solida e le due manche di Kronplatz mi hanno dimostrato che me la posso giocare. Non sarò la favorita, anche se mi cambia poco, ma sto acquisendo sicurezza.
Federica Brignone: «In slalom c’è un buco generazionale»
Pur allenandosi poco tra i pali stretti, è la miglior italiana in slalom: come si spiega la crisi del settore?
È difficile, forse c’è un buco generazionale. C’è anche da dire che io, Marsaglia e Curtoni, ad esempio, in Coppa Europa non eravamo scarse, anzi, ma eravamo più forti in altre discipline e abbiamo un po’ tralasciato lo slalom. Sono sicura di poter fare meglio, ma è una disciplina che ha bisogno di tanto allenamento e passaggi e in questo momento mi manca questa cosa. Le ragazze giovani, poi, ci sono, ma hanno avuto qualche problema fisico. Penso a Peterlini, Rossetti e Della Mea. Si stanno facendo le ossa in Coppa del Mondo, ma è difficile tornare da uno sport quando non hai alle spalle grandi risultati a darti fiducia. Hanno una pressione esagerata, non è facile e questo onestamente mi dispiace. Sono brave ragazze, ottime atlete e mi auguro che si scrollino di dosso queste pressioni per dimostra ciò che valgono.
Federica Brignone: «Non esiste un metodo comune per vincere»
Quest’anno ha superato Deborah Compagnoni nella classifica delle azzurre più vincenti di sempre in Coppa del Mondo. In chiave olimpica si è fatta dare qualche consiglio da una campionessa che è andata a segno tre volte?
Sinceramente no, ho il suo skiman e ogni tanto parliamo di lei. Deborah è stata una grande atleta, è una grande persona ed è una a cui non interessa apparire. Ad esempio, quando ho vinto la 17ª gara non ha voluto farsi intervistare, dicendo che era il mio momento. È un po’ come quando i bambini mi chiedono “come fai a vincere”? Potrei stare ore a spiegarlo, ma ho il mio metodo, come Deborah aveva il suo. Devo cavarmela da sola, anche perché magari ciò che funzionava per lei non andrebbe bene per me.
(alessandro bianchet)