Cambiamento climatico, gli strumenti dell’Espace Mont-Blanc per l’adattamento
I vice presidenti dell'Espace Mont-Blanc hanno presentato questa mattina la Feuille de Route per l'adattamento al cambiamento climatico dei territori alpini
Cambiamento climatico, gli strumenti dell’Espace Mont-Blanc per l’adattamento.
I vice presidenti dell’Espace Mont-Blanc hanno presentato questa mattina la Feuille de Route per l’adattamento al cambiamento climatico dei territori alpini.
Impegnarsi in un approccio multidisciplinare, partecipativo e comunitario nell’adattamento ai cambiamenti climatici e nello studio del suo impatto sui territori di montagna e sulla vita delle popolazioni è l’obiettivo dell’Espace Mont Blanc al quale sta lavorando da alcuni anni e che intende portare avanti con la Feuille de Route presentata questa mattina in una conferenza stampa che ha riunito, nell’Auditorium dei Balivi, i vice presidenti della Conferenza transfrontaliera, Erik Lavevaz (presidente della Regione Valle d’Aosta), Eric Fournier (sindaco di Chamonix Mont-Blanc e presidente della Communauté de Communes de la Vallée de Chamonix) e Eric Bianco (capo dei servizi all’economia, turismo e innovazione del Canton du Valais).
Obiettivo della Feuille de Route informare e allertare gli attori pubblici e privati e accompagnarli proponendo delle linee e delle misure pronte all’uso.
Come sottolinea il vice presidente Erik Lavevaz «i nostri territori alpini sono coinvolti in maniera più importante che altri. La Feuille de Route intende capitalizzare le iniziative comuni sul clima realizzati dai nostri territorio nel corso degli anni» aggiunge Lavevaz ricordando il progetto Alcotra Adapt Mont-Blanc terminato nel 2020 che la Regione ha coordinato grazie al supporto tecnico e scientifico di Arpa e Fondazione Montagna Sicura.
Una boîte à outils
«Questo progetto ha fornito importanti risultati, grazie al Rapporto sul clima, e di monitoraggio con l’integrazione dell’Osservatorio del Monte Bianco – dice Lavevaz -. Siamo arrivati infine a uno strumento di aiuto decisionali, cioè una “Boîte à outils de la planification territoriale”».
Attrezzi realizzati grazie al coinvolgimento di circa 200 persone tra eletti, tecnici, attori locali, rappresentanti del mondo associativo delle tre regioni.
Percorso partecipativo che, in Valle d’Aosta, ricorda Lavevaz, è sfociato nella Carta di Budoia, una dichiarazione volontaria per la messa in opera delle misure locali di adattamento, firmata da 25 Comuni valdostani.
Secondo il vice presidente valdostano della Conferenza transfrontaliera dell’Espace Mont Blanc è importante proseguire e sviluppare ulteriormente questo impegno.
Le criticità maggiori
Nell’ottica di condivisione e sviluppo delle conoscenze in tema di clima di ogni territorio, Lavevaz ha voluto segnalare due temi sui quali Arpa e Montagna Sicura hanno lavorato e fornito dati importanti: l’acqua e il rischio di siccità e i ghiacciai.
«Come stiamo malauguratamente osservando quest’anno, la disponibilità d’acqua è legata allo stock idrico dato dalla neve e dai ghiacciai, così come all’aumento delle temperature e alla variazione delle precipitazioni stagionali – dice il presidente della Regione -. Se in inverno e in autunno si potrà osservare un aumento della portata dei torrenti, è in estate che gli impatti saranno più forti, con la portata normale che potrebbe ridursi del 30-50%».
Per quanto riguarda i ghiacciai Lavevaz osserva che «il 3,5% del territorio della Regione è ricoperto da 184 ghiacciai (ce n’erano 216 20 anni fa), siamo passati da una superficie ghiacciata di 188 km quadrati nel 1975 a 120 km quadrati nel 2020».
«Ogni anno perdiamo l’equivalente del centro della città di Aosta, cioè 2 km quadrati e il Rapporto sul Clima dell’Espace Mont-Blanc indica che questa fusione continuerà – aggiunge -. Non è solamente la perdita di un paesaggio come quello glaciale che ci preoccupa, ma soprattutto la perdita equivalente in acqua e il potenziale rischio naturale».
«Negli anni a venire – aggiunge ancora Lavevaz -, dovremo poter disporre di strumenti di conoscenza approfondita di questi fenomeni e del lo
ro monitoraggio, nell’ottica di poter mantenere una montagna viva e abitati».
«Con questa Feuille de Route, l’Espace Mont-Blanc auspica di impegnarsi su questo approccio multidisciplinare, partecipativa e comunitaria, per confrontarsi con gli effetti dei cambiamenti sui territori di montagna e sulla vita delle popolazioni».
La ricchezza dell’Espace Mont-Blanc
Il vice presidente francese della Conferenza transfrontaliera Mont-Blanc, Eric Fournier, sottolinea le conseguenze dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi, le attività sportive e il tessuto economico dei territori dell’Espace Mont-Blanc.
«Il primo progetto AdaPT Mont-Blanc ha permesso di creare degli strumenti per meglio comprendere questi fenomeni e il loro impatto sulle nostre vite future. La Feuille de Route di cui l’Espace Mont-Blanc si dota per gli anni a venire ha come ambizione la capitalizzazione del lavoro realizzato per agire concretamente in favore dell’adattamento e ispirare evoluzioni positive in tutto l’arco alpino» sottolinea Fournier.
Il vice presidente svizzero, Eric Bianco, aggiunge «questa nuova Feuille de Route permetterà la costituzione di gruppi di lavoro tematici i cui membri avranno per missione di proporre misure concrete e progetti transfrontalieri innovativi che favoriscano il mantenimento delle popolazioni nelle regioni di montagna, così come una migliore resilienza delle attività economiche agli effetti del riscaldamento climatico».
Bianco ha sottolineato la necessità di ripensare anche all’exploitation dei domaine skiable per l’adattamento degli impianti di risalita in modo da assicurare la durabilità delle stazioni sciistiche e dell’economia.
La conclusione a Fournier che ha sottolineato come «il nostro lavoro è un savoir faire che potrà essere utile, un modello per altri territori montani»
(erika david)