Saison culturelle, standing ovation per la prima degli Oblivion
Teatro Splendor tutto esaurito e in delirio, ieri sera, giovedì 10, per il debutto della nuova tournée Oblivion Rhapsody alla Saison
Saison culturelle, standing ovation per la prima degli Oblivion.
Solo il bis valeva il prezzo del biglietto.
In cinque minuti, senza respiro, la storia del rock: da Elvis Presley ai Muse, passando dall’alternative al progressive, dai Metallica ai Red Hot Chili Peppers e alla fine, un boato e pubblico tutto in piedi per il debutto di Oblivion Rhapsody, la nuova tournée della compagnia di attori, comici, musicisti e cantanti, signori, che cantanti.
Graziana Borciani, Davide Calabresi, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli hanno portato in scena i loro cavalli di battaglia e nuove parti per uno spettacolo dal ritmo serrato, una Sarabanda di canzoni, cantanti -imitati, storpiati, da indovinare-, di pagine di letteratura e autori che tutti, volenti o nolenti, conosciamo.
Lo spettacolo
Si parte con la gag che farà da fil rouge a tutto lo spettacolo e sfocerà in una canzone, sul primo documento in lingua volgare italiana, per passare a uno dei cavalli di battaglia, I Promessi Sposi in dieci minuti, pretesto per parodiare una ventina di canzoni da Ti amo di Tozzi a Lucy in the sky with the diamonds dei Beatles, da Io Vagabondo dei Nomadi a Centro di gravità permanente di Battiato.
L’orchestra che accompagna la performance sono gli Oblivion stessi, le loro voci, 5 sedie e qualche strumento.
Si passa poi rapidamente dalle opere dei grandi poeti italiani, alle telecronache sportive delle partite di Troia, Cartagine e Waterloo, dai servizi del telegiornale, brani di canzoni riportati come fatti di cronaca, alla cronaca nera delle tragedie Shakesperiane.
Non si risparmia nemmeno la religione con la rivisitazione dell’Ave Maria e la spassosissima Bibbia secondo JC con ritmo, metrica e movenze in perfetto stile rapper.
Tutto dritto, senza pausa, senza mollare il tiro.
Dopo il primo bagno di applausi la compagnia regala il bis, quella summa sulla storia del rock che davvero vale il prezzo del biglietto, ed è subito standing ovation.
(erika david)