A Hône l’ultimo saluto all’aspirante guida alpina Sandro Dublanc
Sandro Dublanc avrebbe compiuto 44 anni a luglio, era maestro di snowboard dal 2008 e dal 2012 al 2019 era anche stato direttore della Scuola di sci di Champorcher. La sua vita è stata spezzata giovedì 13 aprile, come quella di altri due suoi compagni, da una valanga che li ha travolti in Val di Rhêmes durante una prova del corso per guide alpine. Oggi pomeriggio, a Hône in tantissimi si sono riuniti per dargli l’ultimo saluto, circondando d’affetto i familiari.
Alla cerimonia erano presenti le delegazioni dell’UVGAM (Unione Valdostana Guide di Alta Montagna), dei Maestri di Sci, tra cui i suoi cari amici di Champorcher, della Guardia di Finanza e diversi membri delle istituzioni, tra cui il presidente della Regione, Renzo Testolin e il suo vice Luigi Bertschy, per anni sindaco proprio di Hône.
La metafora della montagna
Don Paolo Quattrone, parroco di Hône, durante la sua funzione ha ricordato la grande passione di Dublanc per la montagna e il ruolo di guida esercitato da Dio. «Vivere è un po’ come camminare in montagna, facendo attenzione e mettendo avanti all’altro un passo alla volta. Nel bene e nel male può succedere di tutto, anche la morte, un evento a cui noi naturalmente non riusciamo a dare una spiegazione. La nostra guida, che però non ci molla mai e ci tiene forti con lui è e rimane Dio», ha specificato don Quattrone. Per poi aggiungere: «Sandro era una persona di poche parole, ma era anche particolarmente preciso e meticoloso, come prima cosa era alla ricerca della responsabilità. Si comportava un po’ come un pastore giudizioso, che accompagna e si prende cura del suo gregge».
Le altre due vittime
Nel ricordare, oltre a Dublanc anche le altre due sfortunate vittime della valanga della Val di Rhêmes, Elia Meta Della Corna e Lorenzo Holzknecht (i cui funerali sono rispettivamente in programma domani a Courmayeur e mercoledì a Bormio), don Quattrone ha nuovamente utilizzato la metafora della montagna abbinata alla morte, come la vetta più inaccessibile e dalla quale non si può tornare indietro. «La morte di Sandro, Elia e Lorenzo rappresenta il loro arrivo in cima alla montagna più affascinante della vita, quella dell’aldilà, alla quale non si può tornare indietro. Una volta che si giunge in vetta si sta per sempre con coloro che, prima o dopo, già sono arrivati lì», ha chiosato il religioso.
Sandro Dublanc lascia la mamma Paola con il compagno Gigi, il papà Livio, la sorella Laura, il nipote Martin, lasciando un vuoto incolmabile anche tra tutti gli altri parenti stretti, oltre ad amici e colleghi.
(Mattia Pramotton)
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