Festa dell’Europa e Guerra in Ucraina: «la Valle d’Aosta ci sarà nella ricostruzione»
«La Valle d’Aosta – ha annunciato l’assessore agli affari europei Luciano Caveri dalle celebrazioni della Fête de l’Europe di Aosta – ci sarà nella ricostruzione. Abbiamo cominciato oggi il dialogo con il Console d’Ucraina a Milano». La regione ha così celebrato le istituzioni comunitarie rendendo omaggio agli ucraini che dalle frontiere europee combattono per la libertà. Alla popolazione colpita dal conflitto la Valle d’Aosta ha promesso aiuto e sostegno.
La Valle d’Aosta nella costruzione del sogno europeo
Meno di un secolo fa l’intero continente, piombato in guerra, cercava nell’ideazione di una comunità europea la soluzione per una pace duratura. La Valle d’Aosta fu parte attiva a questo processo, ricorda Caveri. Nel 1943, nella dichiarazione di Chivasso, furono gli stessi valdostani insieme ai valdesi, a porre un mattoncino alla costruzione del sogno europeo. «Il federalismo – si legge della dichiarazione – rappresenta la soluzione dei problemi […], garantendo nel futuro assetto europeo l’avvento di una pace stabile”.
Fête de l’Europe 2023. L’Europa fra paure e speranze. Omaggio al coraggio ucraino

Al dibattito, che ha visto la moderazione dell’assessore Luciano Caveri, hanno partecipato il consigliere del Presidente del Consiglio europeo Tristan Aureau e il direttore della rivista geopolitica “Le Grand Contintent” Gilles Gressani. Poi ancora, i giornalisti Ugo Lucio Borga e Luciana Coluccello, che hanno raccontato il conflitto dalla loro prospettiva, quella dal campo. Alcuni ragazzi ucraini accolti nel loro percorso di studi dal Conservatoire di Aosta, hanno inoltre allietato il dibattito con musica tradizionale ucraina. Infine, il Console Generale d’Ucraina a Milano, ha condiviso i suoi sentiti ringraziamenti alla comunità valdostana per l’accoglienza profusa ai suoi connazionali. «Ci vuole forza – ha dichiarato il diplomatico Andrii Kartysh– per mantenere la pace. Il popolo ucraino ha fatto una scelta coraggiosa, quello della libertà. Per questo noi continuiamo a resistere, poi ricostruiremo».
La guerra in Europa

La festa dell’Europa è stata un’occasione di riflessione sul conflitto in Ucraina e sul delicato momento storico che vivono le istituzioni europee. «Abbiamo nuotato nella pace in Europa, ora stiamo uscendo da questa illusione e ci accorgiamo delle brutalità della guerra». Gilles Gressani, giovane valdostano di 30 è anche a capo del Groupe d’études géopolitiques dell’Ecole normale supérieure di Parigi. Dal palco del teatro Splendor ha riassunto in poche efficaci battute il momento delicatissimo che sta attraversando l’Europa. «Stiamo assistendo – ha dichiarato Gressani – ad una transizione geopolitica. Come in alta montagna, sulla linea di cresta, il rischio di cadere è molto alto». La sfida è tenere saldi i valori europei, in un mondo che sta cambiando.
Le testimonianze dal campo

«Dal campo – ha spiegato Ugo Lucio Borga, reporter valdostano – i tavoli delle istituzioni internazionali e dei negoziati di pace sembrano molto distanti». Al di là della retorica della diplomazia, spiega il giornalista tornato da poco dall’Ucraina (qui i suoi reportage per Aosta Tv), è sulla pelle delle persone che si consumano gli effetti della storia e della guerra.
“Sottoterra”, il libro di Luciana Coluccello
Anche Luciana Coluccello riporta la drammaticità di una quotidianità di guerra che noi europei avevamo dimenticato. Nel suo libro “Sottoterra” la giornalista, che ha realizzato per la trasmissione Piazza Pulita diversi reportage dall’Ucraina, ha raccontato la vita degli ucraini che da 15 mesi vivono nei rifugi sotterranei. «Gli ucraini, soprattutto i giovani – spiega la giornalista – rispondono alle nostre richieste di negoziazione di una pace con la Russia dicendo che: “Non c’è pace senza giustizia, non c’è pace senza libertà”. Per loro noi europei facciamo fatica a capire, perchè ci siamo disabituati all’idea di guerra».
L’Ue, nonostante le sue contraddizioni e lo shock di una guerra che l’ha risvegliata alle priorità della contingenza, rimane il posto dove moltissime popolazioni «che si accalcano ai confini dell’Europa» vorrebbero vivere. Sottolinea Borga. A questa comunità gli ucraini sentono di appartenere, ci dice il Console Ucraino. «L’Unione Europea – spiega Andrii Kartysh – , che ci ha concesso la status di candidato, non è perfetta, ma si basa sui valori che sentiamo nostri e si pone degli obiettivi che vogliamo contribuire a raggiungere».
(arianna.papalia)
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