Digourdì a Roma per gli Stati generali delle lingue locali
Christian, Michel, Margot, Marlène, Fabien e Yannick, Le Digourdì alla Fontana di Trevi
CULTURA
di Erika David  
il 27/10/2023

Digourdì a Roma per gli Stati generali delle lingue locali

La compagnia di teatro popolare di Charvensod è intervenuta portando la sua esperienza con le canzoni in patois

Trasferta capitolina per Le Digourdì.

La compagnia dialettale di Charvensod iscritta alla Fédérachon Valdoténa di Téatro Populéro è stata invitata a intervenire in una conferenza, sabato 21 ottobre, nell’ambito della seconda edizione degli Stati Generali delle lingue locali – Oltre ogni aspettativa in programma all’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale (ICPI), a Roma.

L’intervento agli Stati generali delle lingue locali

Marlène Jorrioz e Fabien Lucianaz in conferenza

La rassegna, organizzata da DeVulgare (Associazione di promozione sociale/Aps) nei giorni 20 e 21 ottobre, è volta alla valorizzazione e alle possibilità di sviluppo delle lingue locali, regionali e minoritarie italiane.

«Siamo stati contattati da DeVulgare che ci ha scoperto sui social – spiega Fabien Lucianaz presidente di Le Digourdì sceso nella capitale con Marlène e Margot Jorrioz, Christian Quendoz, Michel Comé e Jannick Verraz -. Abbiamo partecipato nel loro panel La tradizione nel vero senso della parola dedicato alla musica, portando la testimonianza come autori e produttori di canzoni in patois».

«Nella prima parte della conferenza a carattere generale – spiega Lucianaz -, abbiamo parlato del patois e del suo utilizzo in eventi tra cui Concours Cerlogne, Patoué eun Mezeucca e il Printemps Théâtral che ci riguarda direttamente; nella seconda parte, che abbiamo intitolato Come innovare la tradizione creando il presente, siamo entrati nello specifico delle nostre attività musicali che ormai da tempo ci vedono impegnati in videoclip e progetti musicali».

«L’evento ci ha permesso di far conoscere le nostre radici al di fuori dei confini valdostani e nel contempo avvicinare altre realtà dialettali di altri ospiti intervenuti insieme a noi» conclude il presidente dei Digourdì.

(re.aostanews.it)

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