Decreto sicurezza, sindacati, sinistre e Anpi: «No a uno Stato di polizia»
Con un presidio in place des Franchises rivendicano il diritto a manifestare
Decreto sicurezza, sindacati, sinistre e Anpi: «No a uno Stato di polizia». Con un presidio in place des Franchises rivendicano il diritto a manifestare.
Poter manifestare il proprio dissenso è sacrosanto. È il pensiero unanime di sindacati, partiti di sinistra e Anpi che hanno manifestato contro il ”decreto sicurezza” in place des Franchises nel tardo pomeriggio di oggi, mercoledì 25 settembre.
All’unisono dicono No al decreto sicurezza e No a uno Stato di polizia.
Il dissenso
Denunciano l’ introduzione «di una serie di nuovi reati penali, che prospettano pene carcerarie aberranti quali il carcere per chi blocca una strada o occupa un edificio privato». Ha spiegato ai passanti Raimondo Donzel: «significa che se dei lavoratori occupano la loro fabbrica per evitarne lo smantellamento ed il trasferimento in altri lidi, sono passibili del carcere. Lo stesso per chi fa un picchetto, o rallenta il traffico».
Per la segretaria della Cgil Vilma Gaillard non è concepibile «vengano rinchiuse in carcere le madri con i figli inferiori a un anno».
Ancora contestano il fatto che «la resistenza passiva, tipico strumento di lotta nonviolenta, viene colpita col carcere. I detenuti che non riescono più a tollerare le pessime condizioni carcerarie denunciate da tante associazioni, saranno spinti a commettere gesti estremi».
Per Francesco Lucat «al migrante privo di permesso di soggiorno viene negato il diritto di comunicare con il cellulare con chi è rimasto ad aspettarlo. Una norma che trasuda disumanità.Ci vorrebbe un libro per fare l’ elenco completo dei misfatti previsti da questa legge. Sarà nostro compito continuare ad informare le cittadine ed i cittadini del danno alla democrazia che deriverebbe dalla sua approvazione».
(d.c.)