Ospedale di Aosta, primo impianto di pacemaker senza fili
Il dispositivo di stimolazione cardiaca miniaturizzato viene impiantato direttamente nel cuore senza l’uso di elettrocateteri tradizionali
La struttura complessa di Cardiologia dell’ospedale regionale Umberto Parini di Aosta, diretta da Paolo Scacciatella, ha eseguito per la prima volta nella regione l’impianto cardiaco di un pacemaker leadless, ovvero senza fili: un dispositivo di stimolazione cardiaca miniaturizzato che viene impiantato direttamente nel cuore senza l’uso di elettrocateteri tradizionali.
L’équipe
L’intervento, effettuato il 22 maggio, ha visto all’opera un team altamente specializzato composto dagli elettrofisiologi Marcello Giudice e Matteo Vaira, con il supporto degli infermieri Valentina Ferrara e Alessia Pala, e del tecnico di radiologia Cinzia Villan.
Presenti in sala il direttore Scacciatella e il direttore della SC Cardiologia di Ciriè, Gaetano Senatore, in qualità di supervisore.
Il paziente
Il paziente sottoposto all’intervento è un cinquantenne valdostano, affetto da una patologia delle vie elettriche del cuore, con una storia clinica complessa che ha richiesto in passato più impianti di pacemaker tradizionali e la rimozione di elettrocateteri per problematiche infettive.
Il direttore
“Il dispositivo che abbiamo impiantato, una tecnologia lunga appena 25 millimetri e con un diametro di 6 millimetri, rappresenta una delle frontiere più avanzate della cardiostimolazione: viene posizionato direttamente all’interno del ventricolo destro senza l’uso di fili, riducendo notevolmente il rischio di complicanze, soprattutto infettive, e aumentando il comfort del paziente. Questo tipo di intervento è oggi eseguibile solo in centri ospedalieri altamente specializzati. Si tratta di un risultato che testimonia l’elevata specializzazione e la costante crescita della Cardiologia della nostra regione”, sottolinea Scacciatella.
“La nostra struttura”, prosegue Scacciatella, “si prepara ora a eseguire il primo intervento di ablazione transcatetere della fibrillazione atriale con tecnologia PFA (Pulsed Field Ablation), una tecnica di ultima generazione, meno invasiva e più selettiva, destinata a migliorare significativamente il trattamento dei disturbi del ritmo cardiaco”.
Con circa 400 impianti l’anno tra pacemaker, defibrillatori e sistemi di resincronizzazione, e oltre 100 ablazioni transcatetere per aritmie complesse, l’unità di Elettrofisiologia Clinica e Interventistica conferma il suo ruolo di primo piano a livello nazionale.
Monitoraggio da remoto
Tra le sfide più innovative affrontate con successo vi è anche il monitoraggio remoto dei pazienti portatori di dispositivi impiantabili, grazie a tecnologie di telemedicina e intelligenza artificiale.
Ad oggi, oltre 1.700 pazienti sono seguiti a distanza, grazie al lavoro dei tecnici Marco Quarello e Daniela Lazzaron, in collaborazione con la segreteria dell’ambulatorio.
Collaborazione con centri di eccellenza a Torino e a Milano
Fondamentale è anche la collaborazione attiva con centri di eccellenza nazionali, tra cui l’azienda ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino e l’Irccs San Raffaele di Milano.
(re.aostanews.it)