Fine vita, Cappato raccoglie firme su pdl popolare: sì a eutanasia in Ssn
Roma, 14 lug. (askanews) – L”Associazione Luca Coscioni presenterà domani in Senato una proposta di legge di iniziativa popolare per legalizzare tutte le scelte di fine vita, inclusa l’eutanasia attiva. Saranno presenti: Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni; Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni; Matteo Mainardi, Responsabile Iniziative sul Fine vita dell’Associazione Luca Coscioni. Spiega Marco Cappato: “E’ una proposta di legge alternativa a quella presentata dal Governo per cancellare i diritti esistenti. E’ a disposizione dei parlamentari di ogni partito e schieramento”.
L’appuntamento è per domani a palazzo Madama, dove è all’esame il ddl della maggioranza, alle ore 11. L’obiettivo della proposta di legge dell’Associazione Luca Coscioni è disciplinare le condizioni e le procedure per richiedere assistenza per porre fine volontariamente alla propria vita, anche con l’aiuto attivo del personale sanitario, nel rispetto della dignità umana e dell’autodeterminazione, eliminando l’attuale discriminazione tra persone malate dipendenti e non dipendenti da trattamenti di sostegno vitale: per poter accedere alla morte volontaria assistita si prevede che la persona debba essere pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, affetta da una condizione o patologia irreversibile o da una patologia con una prognosi infausta a breve termine, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili.
La legge prevede la presa in carico da parte del Servizio sanitario nazionale, con conclusione delle verifiche entro 30 giorni dalla richiesta e la possibilità per i medici di partecipare su base volontaria.
“In tutta Italia -afferma l’associazione Coscioni- il “suicidio assistito” è già legale, a determinate condizioni, grazie alla sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale sul caso “Cappato-Dj Fabo”, ma mancano procedure e tempi certi, e ci sono persone che hanno atteso anche due o tre anni prima di ottenere una risposta. Alcuni pazienti, inoltre, sono discriminati perché, a causa delle loro patologie, non sono in grado di autosomministrarsi il farmaco letale. Oggi si chiede di estendere il diritto anche all’eutanasia per mano di un medico”.
“In contrasto – denuncia l’associazione della galassia radicale- la proposta di legge presentata dal Governo punta a restringere il più possibile, fino a di fatto a cancellare, le possibilità di ottenere l’aiuto alla morte volontaria, riducendo drasticamente la platea potenziale degli aventi diritto (sono infatti escluse le persone dipendenti da farmaci salvavita o trattamenti forniti da caregivers e familiari, pur esplicitamente incluse dalla Corte costituzionale), prevedendo tempistiche tali da negare di fatto l’aiuto alla morte volontaria di malati terminali, cancellando il ruolo del Servizio sanitario nazionale e affidando le decisioni a un organo di nomina governativa e alla magistratura”.