Tunnel del Monte Bianco, Uncem: «la chiusura non è solo un problema valdostano»
Tunnel del Monte Bianco, Uncem: «non è solo un problema valdostano». Lo afferma in una nota l'Unione nazionale comuni, comunità ed enti montani rilanciando con urgenza «la progettazione urgente della seconda canna senza aspettare trent'anni come la Tav ferroviaria in val di Susa»
Tunnel del Monte Bianco, Uncem: «la chiusura non è solo un problema valdostano». Lo afferma in una nota l’Unione nazionale comuni, comunità ed enti montani rilanciando con urgenza «la progettazione urgente della seconda canna senza aspettare trent’anni come la Tav ferroviaria in val di Susa».
Penalizzati i comuni di confine
«La chiusura dei tunnel alpini non è un problema solo valdostano. È un problema italiano e serve una azione nazionale per impostare nuovi meccanismi di relazione grazie alle Alpi con la Francia e con i Paesi europei. I tunnel chiusi, in manutenzione, sono un problema. Dobbiamo lavorare con tutti i livelli istituzionali, in primis il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per dare attuazione piena al Trattato del Quirinale. È fondamentale. Con il colle del Piccolo San Bernardo e il Monte Bianco chiusi, tutto il traffico si riverserà sul Sempione e sul Frejus, già oggi pieni di code che rappresentano grandi danni per i comuni di confine» scrivono in una nota Jean Barocco, consigliere nazionale Uncem, e Marco Bussone, presidente nazionale dell’Uncem.
«Programmiamo meglio oggi il futuro. Gli interventi al Bianco siano più veloci, non siano ricorrenti e ripetute le chiusure. Si agisca più celermente per evitare di reiterare e rendere permanenti le problematiche per i fruitori, imprese e cittadini. Non vogliamo le Alpi siano barriera» concludono Barocco e Bussone.
(re.aostanews.it)