TORX with Kailas: l’altra gara, valdostani e altri protagonisti
MassaggiaTor, l'altra faccia della gara. Marco Patacchini: «per noi il TOR sono quelli che vogliono completare il viaggio». Il runner Simone Laurent: «il "pastorello" non fa piani, si ferma quando ha finito e se non riesce fa il giorno dopo»
Il TORX with Kailas non è solo la corsa dei fenomeni, ma anche il viaggio dei protagonisti valdostani e non che rendono così speciale questa gara.
Al loro fianco i VolonTor e i mitici MassaggiaTor, gli angeli che si prendono cura del riposo, della slaute e dei muscoli degli aspiranti giganti.
TORX with Kailas: Simone Laurent, il grande viaggio del “pastorello”
Simone Laurent, gestore insieme alla famiglia del Ristoro Agrituristico Blékéné è al suo primo Tor des Géants.
Per lui una preparazione sui generis, su e giù per i monti ad accompagnare il figlio, far rifornimenti e condurre i suoi muli.
«Magari, oltre arrivare a Gressoney prendo anche la terza media con queste 150 ore. Io ce l’ho, ma magari la regalo a mio figlio – sorride godendosi una meritata pastasciutta -. Tabella di marcia? Il pastorello non fa i piani, si ferma quando ha finito e se non riesce fa il giorno dopo».
TORX with Kailas: Marco Patacchini, responsabile dei MaggiaTor, «per noi il TOR sono quelli che vogliono completare il viaggio»
«È un’edizione molto strana – commenta ai microfoni di Alessandro Bianchet – mi sarei aspettato tanti ritiri per il freddo, in 11 anni non ho mai avuto oltre mille persone che superano indenni Valgrisenche. Con i tre colli ci sarà un po’ di selezione. Problemi? Stiamo trattando molti ragazzi con mal di stomaco e problemi a mangiare, per il resto stiamo lavorando più in prevenzione che in trattamento. Pronostico? Per me il TOR non sono i primi 50 o 100 ma quelli che si affidano a noi per completare il viaggio e vivere la propria esperienza».
TORX with Kailas: Andrea Medici, cognein adottivo, MassaggiaTor e già protagonista al Tor des Géants: «Senza di noi il 30-40% degli atleti non arriverebbe in fondo»
Andrea Medici, cognein adottivo, MassaggiaTor e già protagonista al Tor des Géants, passato dall’altra parte della barricata.
«Il primo Tor des Géants che ho fatto è stato molto duro, poi ho conosciuto Marco e posso dire che senza il suo lavoro e la nostra équipe il 30-40% degli atleti non arriverebbe mai in fondo. È un’edizione particolare, nella serata di domenica qualcuno si è presentato con sintomi di bronchite, ma ci auguriamo che prosegua così. Il Tor è un’esperienza incredibile, speriamo che arrivino in fondo più atleti possibili».
(re.aostanews.it)