Lettere di garanzia: Rollandin a giudizio
La Procura ha chiesto al gip di procedere con un giudizio immediato
Lettere di garanzia: La Procura di Aosta ha chiesto al giudice per le indagini preliminari di procedere con un “giudizio immediato” nei confronti di Augusto Rollandin, nell’ambito dell’inchiesta sulle tre lettere di “patronage” che l’ex presidente avrebbe inviato a tre istituti bancari. Il gip, Giuseppe Colazingari, ha accolto la richiesta formulata dal sostituto procuratore Luca Ceccanti.
L’accusa
Rollandin, attualmente, risulta quindi imputato; le indagini sono chiuse. L’accusa mossa dagli uffici inquirenti del Tribunale di Aosta, diretti dal procuratore capo Paolo Fortuna, è di abuso d’ufficio continuato e aggravato. “L’aggravio” dell’ipotesi di reato si basa sull’entità del danno che l’ex presidente avrebbe cagionato «impegnando la Regione (nei confronti di tre banche ndr) per la significativa cifra di 19 milioni di euro», si legge nella richiesta al gip firmata da Ceccanti. Secondo gli inquirenti, «tali impegni sono stati assunti senza alcun potere istituzionalmente conferitogli, in violazione della legge di contabilità regionale e dello stesso Statuto della Regione al mero fine – utilitaristico – di consentire al Casinò il mantenimento delle linee di credito e quindi la prosecuzione dell’attività della Casa da gioco, nonostante il dissesto già conclamato».
Il giudizio immediato
Nel giudizio immediato, viene saltata la fase relativa all’udienza preliminare. Rollandin, ora, ha 15 giorni per chiedere di essere ammesso al rito abbreviato o per decidere di patteggiare la pena. La richiesta del pm – in questo caso accolta dal gip – deve basarsi su due elementi: l’evidenza della prova e il previo interrogatorio. Partendo dal primo requisito, il pm Ceccanti scrive: «Gli elementi acquisiti agli atti del procedimento palesano quale evidente la prova dei fatti di reato ascritti all’imputato», cioè abuso d’ufficio continuato e aggravato. Passando al “previo interrogatorio”, Rollandin, invitato due volte a comparire davanti al pm, ha sempre scelto di non presentarsi.
Tra le motivazioni per cui la Procura ha deciso di procedere con un giudizio immediato, vi è l’ombra – non così lontana – della prescrizione; i fatti che, secondo l’accusa, costituiscono il reato sono stati commessi tra il 5 marzo e il 9 maggio 2014. Il reato, sarà quindi prescritto in 7 anni e sei mesi da allora.
L’udienza fissata dal gip è in programma per il 29 maggio.
(fe.do.)