Ospedale: Pcp diviso, Minelli e Erika Guichardaz restano con il cerino in mano
Per Minelli «dovrà aprirsi una riflessione»
Ospedale: Pcp diviso, Minelli e Guichardaz restano con il cerino in mano. Passa la risoluzione presentata da Albert Chatrian. Al blocco autonomista di governo -Uv, VdA Unie e Sa-Av – si sono aggiunti i tre consiglieri di opposizione di Pour l’autonomie e i 4 alleati di Pcp. Al consigliere Paolo Crétier si sono aggiunti i consiglieri Antonino Malcrinò, Andrea Padovani, il presidente del Consiglio Alberto Bertin e l’assessore ai Beni culturali Jean-Pierre Guichardaz.
Si apre una riflessione
«Dobbiamo fare una riflessione nei prossimi giorni e aprire un confronto all’interno della maggioranza e del Progetto civico progressista» fa sapere l’assessora regionale all’ambiente e trasporti, Chiara Minelli, dopo il suo voto contrario all’ampliamento dell’ospedale Parini che ha spaccato il suo gruppo.
Così in una nota: «La risoluzione degli autonomisti (sottoscritta anche da alcuni consiglieri di Pcp) è invece la conferma della volontà di partire subito con la progettazione esecutiva della variante dell’ampliamento, facendo una scelta che è inaccettabile. E’ una posizione in contrasto con il programma presentato da Pcp agli elettori, con lo stesso programma concordato da questa maggioranza all’inizio della legislatura, che richiedeva accurati approfondimenti prima di procedere con la progettazione, ed è in contrasto con la posizione espressa da Pcp in commissione. Comunque la questione ospedale non si chiude oggi, è un problema complesso che sarà al centro del dibattito politico ancora per mesi ed anni. La speranza è che alla fine prevalga l’opzione migliore e non un compromesso che non potrà né valorizzare l’area archeologica, né rispondere in toto alle esigenze della comunità valdostana».
Il dibattito
«Non siamo chiamati soltanto a fare delle verifiche ma anche ad assumere delle decisioni – ha specificato il Consigliere Renzo Testolin (UV) -. Stupisce che in questa discussione un rappresentante del Governo, per opportunità politica, si allontani dal suo incarico, che è quello di dare corso, anche amministrativamente, a scelte che discendono da un referendum e da un lavoro condotto negli anni. Non concordo con questo atteggiamento. Sparigliare le carte è segno di debolezza e non volontà di risolvere i problemi. Noi invece, anche con la risoluzione presentata dal collega Chatrian, vogliamo finalmente dare delle risposte coerenti con i bisogni sanitari attuali attraverso le migliori scelte possibili da un punto di vista tecnico».
«Il “Progetto salute 2030” fa un’analisi a tutto tondo – ha detto il Vicecapogruppo di VdA Unie, Claudio Restano – e un dibattito sulla sanità valdostana necessiterebbe di una riunione ad hoc di questo Consiglio, per approfondire le reali esigenze e quindi assumere una decisione. Noi qui oggi, abbiamo solo una certezza: abbiamo investito tanti soldi su un ospedale esistente, sulla costruzione di un’ala nuova e tornare indietro rispetto a queste scelte sarebbe, amministrativamente e politicamente, un po’ difficile».
Altri favorevoli
Per il Vicecapogruppo di AV-SA, Pierluigi Marquis, «Non possiamo che fare un atto di fede nei confronti di quanto ci è stato detto nelle audizioni e fare molta attenzione nel seguire l’iter progettuale della variante. Bisogna procedere per lotti, non avendo sufficienti risorse finanziarie, ma non si può prescindere da una visione organica; pertanto, non ci si può focalizzare sulla costruzione del nuovo ospedale senza tenere conto della ristrutturazione del Parini e delle altre strutture in disponibilità. Ribadisco: occorre una visione d’insieme, da gestire nel modo più contestuale possibile la programmazione, per soddisfare il bisogno pubblico».
Il Consigliere di Pour l’Autonomie Augusto Rollandin ha osservato: «Siamo a 15 anni dal momento in cui si è parlato del raddoppio della struttura attuale. Non si è cambiato idea e bisogna fare in fretta. Oggi si dà l’indicazione corretta per proseguire un iter già avviato, che è la costruzione della struttura sanitaria secondo quanto deciso a suo tempo».
Il Capogruppo di UV, Aurelio Marguerettaz, ha definito «la convivenza tra ospedale e sito archeologico è la soluzione migliore per valorizzare i beni archeologici: non lo dico io, lo dicono esperti mondiali. È quindi importante procedere con la revisione del progetto esecutivo: è solo da questa fase che capiremo l’importo necessario per finanziare l’opera e il suo cronoprogramma. È proprio da questo passaggio che avremo delle certezze. Il polo ospedaliero non è un foglio bianco: per il vecchio Mauriziano c’è un progetto preliminare consegnato, per il nuovo ospedale che sarà costruito nell’ala est c’è un progetto esecutivo sul quale saranno fatte le dovute modifiche. Nessuno vuole fare dei salti nel buio».
A favore
Per il Consigliere Giulio Grosjacques (UV), «oggi, non si chiude una fase: con questa risoluzione si apre il momento che porterà alla revisione del progetto, integrandolo e ammodernandolo dal punto di vista strutturale, architettonico e dei costi. Una fase propedeutica all’approvazione del progetto esecutivo, alla gara per l’affidamento dei lavori e alla realizzazione del nuovo ospedale nell’ala est di viale Ginevra.»
«In questi giorni, non stiamo decidendo di avviare un percorso, questo è già stato deciso tempo fa, ma come e quando continuarlo – ha detto il Capogruppo di VdA Unie, Corrado Jordan -. Non abbiamo motivo di pensare a un altro luogo per costruire l’ospedale, non riteniamo opportuno infatti stoppare questi lavori. Vogliamo approfondire, perfezionare l’iter, tenendo conto degli elementi di novità e della pandemia che condizionerà per forza il futuro. Ma vogliamo andare avanti, continuando il confronto con tutti i soggetti coinvolti. Vogliamo prendere oggi la decisione, oggi abbiamo il dovere, la responsabilità di rendere più efficaci i servizi sanitari alla nostra comunità. Non possiamo rimandare».
Sì all’ampliamento
Il Consigliere di PCP Andrea Padovani ha sostenuto che «la nostra posizione sull’ospedale è nota, com’è noto cosa abbiamo contribuito a scrivere nel DEFR. Con la risoluzione del collega Chatrian si vuole dare corso alla revisione del progetto attuale perché solo così si potrà capire se si potrà valorizzare l’area archeologica. Prima della cantierizzazione occorre dare gambe alla verifica della compatibilità tecnica ed economica e alla realizzabilità dell’opera come scritto nel DEFR. È sottinteso che se emergeranno elementi tali da interrompere questo progetto, sonderemo altre strade.»
Il Capogruppo di Pour l’Autonomie, Marco Carrel, ha affermato: «Noi siamo convinti di andare avanti coi lavori di ampliamento dell’ospedale Parini e voteremo la risoluzione presentata da una parte della maggioranza. La nostra è una opposizione costruttiva, vogliamo dare il nostro appoggio non al Governo, ma a un progetto che deve essere concretizzato, apportando gli opportuni miglioramenti e i cambiamenti in base alle esigenze sopravvenute. Proseguiamo su questa linea, che abbiamo già espresso in campagna elettorale: l’ospedale è il Parini e va ampliato.»
(re.aostanews.it)