Molotov contro vetrina di negozio di parrucchiera, tre indagati
Sono tre gli indagati nell’inchiesta condotta dalla Squadra mobile della Questura di Aosta sul lancio di due bombe molotov contro la vetrina del negozio di via Vevey della titolare Anna Cristofaro, avvenuto nella notte tra il 9 e 10 gennaio scorsi. I tre, C.M., valdostano di 40 anni, Massimiliano Salvatore, 39 anni di Aosta, e Nunzio Bisci, 39 anni di Aosta, sono stati denunciati; per Bisci il pm Pasquale Longarini ha chiesto la convalida del fermo.
L’azione commissionata è scaturita dalle “controversie con un ex dipendente”. Lo ha spiegato in conferenza stampa il sostituto commissario della Squadra mobile di Aosta, Valter Martina. Secondo gli inquirenti, C.M, aostano con precedenti penali, avrebbe assoldato Nunzio Bisci per danneggiare il negozio. A sua volta Bisci, il 9 gennaio, avrebbe contattato Massimiliano Salvatore, diventato complice per la cifra di 200 euro. La ricostruzione di quanto avvenuto è stata possibile grazie alla confessione dello stesso Salvatore. Per Nunzio Bisci è stato disposto il fermo in carcere, misura resa necessaria anche per il suo domicilio “non stabile”.
L’inchiesta è stata condotta insieme alla Guardia di Finanza, che stava già svolgendo “indagini di carattere fiscale su Bisci, il quale, pur risultando nullatenente, possiede un’auto Mercedes, la stessa con cui verso le 23 del 9 gennaio si sarebbe recato insieme a Salvatore in via Vevey”, ha spiegato il Tenente Colonello delle Fiamme Gialle, Massimiliano Zechender.
Secondo gli inquirenti, i due avrebbero atteso sino alle 3 del mattino, di modo che la via fosse completamente deserta; a quel punto Bisci avrebbe rotto la vetrina con una pietra, mentre Salvatore avrebbe lanciato le due molotov, le quali però non si sarebbero incendiate. I due sarebbero quindi andati a un distributore di benzina, dove avrebbero riempito una tanica di combustibile – poi ritrovata durante la perquisizione domiciliare – per tentare nuovamente di provocare le fiamme. Il giorno successivo Bisci, fingendosi ignaro di tutto, si è poi presentato davanti al negozio per chiedere cosa fosse successo.