Traforo Gran San Bernardo: sulla ripresa dei lavori per la galleria di sicurezza regna l’incertezza più assoluta
Tutto dipenderà dall’eventuale perfezionamento di un accordo transattivo tra le parti. Nessuno lo ha dichiarato apertamente nella seduta odierna del Consiglio regionale, chiamato a discutere – tra le altre cose – dell’andamento dei lavori di costruzione della galleria di servizio e di sicurezza del Traforo del Gran San Bernardo, ma è chiaro che il futuro degli interventi operati nell’ambito dei lotti 1 e 2 dipendera’ quasi sicuramente da un’eventuale soluzione extragiudiziale del contenzioso civile in atto tra la committente Sitrasb Spa (la società italiana di gestione del Tunnel del Gran San Bernardo) e l’ex impresa aggiudicataria dei lavori Condotte d’Acqua Spa di Roma.
La realizzazione delle opere ricomprese nei primi due lotti di lavori, ovvero lo scavo della canna di sicurezza unitamente alla realizzazione delle piazzole d’inversione, dei 23 cunicoli di collegamento con il traforo, delle infrastrutture di sostegno agli imbocchi lato Svizzera e Italia, e la costruzione dell’edificio Sud destinato ad accogliere la centrale di ventilazione, si è bruscamente interrotta il 7 novembre scorso, quando la Sitrasb Spa «si è vista costretta a rescindere il contratto di appalto dei lotti 1 e 2 per gravi inadempimenti e ritardi dell’appaltatore», ha dichiarato in aula il presidente della Regione, Augusto Rollandin, che ha poi affermato che «al momento attuale risulta estremamente difficile stimare la data di conclusione dei lavori (prevista originariamente nel 2015, ndr)».
Per quanto attiene al processo civile, trasferito per competenza dal Tribunale ordinario di Aosta al Tribunale delle imprese di Torino dopo un’ordinanza emessa il 15 maggio scorso, la Condotte d’Acqua Spa ha chiesto «la condanna della Sitrasb Spa a risarcirle danni pari a 65.763.199 euro», ha spiegato il presidente Rollandin in risposta all’interrogazione promossa in aula dal gruppo consiliare dell’Union Valdôtaine Progressiste, precisando inoltre che «dal canto suo la Sitrasb ha formulato nel detto giudizio domanda riconvenzionale con la quale ha chiesto la condanna dell’impresa a risarcirle danni pari a 47.146.606 euro».
Cifre esorbitanti, insomma, che – secondo le ultime indiscrezione – avrebbero (quasi) convinto entrambe le parti circa l’opportunità di giungere a un accordo transattivo, così da poter ripartire con i lavori senza la necessità di dover provvedere alla predisposizione di una nuova gara d’appalto per la cantierizzazione delle opere rimanenti e per il ripristino di quelle dichiarate non conformi.
(patrick barmasse)