Processo Santoro: il rinvio dell’udienza indispettisce il vice direttore generale della Rai, Antonio Marano
E’ stata rinviata al prossimo 25 ottobre l’udienza del processo per concorso in diffamazione istruito a carico di Michele Santoro, noto giornalista nonché attuale conduttore del talk show politico ‘Servizio Pubblico’ su La7.
Nel corso dell’udienza in programma questa mattina, dinanzi al giudice del Tribunale di Aosta, Davide Paladino, assenti la parte civile Mario Gatto e l’imputato, si sono presentati in aula – in qualità di testimoni – l’attuale vice direttore generale della Rai, Antonio Marano (FOTO), il dirigente Rai Massimo Liofredi e colui che rilasciò l’intervista incriminata, l’ex vice sindaco di Legnano, Carmelo Tomasello.
Una volta optato per il rinvio dell’udienza, così da permettere l’ascolto di testimoni da parte della difesa di Michele Santoro, il vice direttore generale della Rai si è rivolto al giudice Davide Paladino commentando: «Oggi, in una giornata particolare come questa, segnata dal lutto nazionale, per poter salire ad Aosta sono stato costretto a gestire tutte le mie incombenze via telefono, e ora apprendo del rinvio dell’udienza. Ho rispetto per tutti, anche per la giustizia, mi sarebbe piaciuto che ci fosse stato anche per coloro che oggi si sono presentati regolarmente in aula».
I fatti contestati, dopo il rinvio dell’udienza originariamente in programma il 27 giugno scorso per permettere l’ascolto di diversi testimoni, si riferiscono al 2008, quando durante una puntata della trasmissione in prima serata ‘Annozero’, venne mandata in onda un’intervista a Carmelo Tomasello, ex vice sindaco di Legnano, in cui l’amministratore comunale avrebbe raccontato di aver girato parte di una mazzetta da 180.000 euro a Mario Gatto, ex dirigente di Forza Italia in Piemonte, che in cambio gli avrebbe procurato un appuntamento con l’allora ministro Claudio Scajola.
Accuse false, quelle che hanno coinvolto Gatto, se è vero che nel maggio del 2012 Tomasello venne condannato per diffamazione a sei mesi di reclusione (pena sospesa) oltre al risarcimento di 25.000 euro per danni morali procurati proprio nei confronti di Mario Gatto, all’epoca dei fatti residente a Courmayeur.
(pa.ba.)