Tempus Venit: assolti in appello i fratelli Tropiano
La Corte d’Appello di Torino, II sezione penale, ribaltando di fatto la sentenza di primo grado pronunciata il 30 gennaio scorso dal gip Federica Bompieri, ha assolto «perché il fatto non costituisce reato» i fratelli Giuseppe (FOTO), Romeo e Salvatore Tropiano dall’accusa di favoreggiamento, accusa per la quale in primo grado – nell’ambito dell’inchiesta ‘Tempus Venit’ sui tentativi estorsivi posti in essere a danno degli imprenditori Giuseppe Tropiano e Luigi Monteleone – erano stati condannati a un anno e quattro mesi ciascuno.
Presente questa mattina in aula a Torino, Giuseppe Tropiano – contattato telefonicamente non appena appreso l’esito del processo di appello, la cui sentenza è stata letta poco dopo le 15.30 – ha commentato: «Dopo la sentenza di condanna di primo grado siamo rimasti sempre sereni, convinti del fatto di poter fare valere le nostre ragioni in appello, visto che in primo grado non erano state comprese appieno. Ti dico soltanto una cosa: Giuseppe Tropiano e i suoi fratelli hanno soltanto cercato di comportarsi come avrebbe fatto qualsiasi buon padre di famiglia, cercando di proteggere una famiglia numerosa da possibili conseguenze anche gravi. Ho reputato assai ingiusta la condanna di primo grado, sono sollevato del fatto che i giudici di appello abbiano capito che il nostro non era un comportamento omertoso o volto a favorire la ‘ndrangheta, era semplicemente un comportamento posto in essere per tutelare la nostra famiglia. Ora, alla luce di questa sentenza, anche alcuni politici dovranno ricredersi sul nostro conto».
Giuseppe Tropiano, poi, ha voluto affrontare l’argomento dei danni d’immagine ed economici che gli ha comportato questa vicenda. «E’ stata gettata la croce su persone che hanno iniziato a lavorare a 14 anni, che con il lavoro sono riusciti a creare una realtà imprenditoriale che attualmente dà da mangiare a centinaia di persone. Certo, il danno d’immagine c’è stato, eccome se c’è stato. Diciamo che siamo già contenti dell’assoluzione, sul resto valuteremo».
La Corte d’Appello ha quindi accolto il ricorso presentato dai difensori dei fratelli Tropiano, gli avvocati Silvano Rissio e Adriano Consol, «riconoscendo che il comportamento posto in essere nella vicenda che li ha visti vittime di un pesante tentativo di estorsione, non concretasse alcun reato», hanno commentato i legali.
Condanne di primo grado confermate, invece, per Giuseppe Facchinieri, 51 anni di Marzabotto (6 anni e 8 mesi), Giuseppe Chemi, 51 anni di Castel d’Aiano (5 anni e 8 mesi) e Roberto Raffa, 36 anni di Aosta (5 anni e 10 mesi), tutti condannati per tentata estorsione.
Pena ridotta, invece, per Michele Raso, 49 anni di Cinquefrondi, a cui i giudici di appello hanno confermato soltanto la condanna per il porto abusivo di arma (un anno e 8 mesi).
(patrick barmasse)
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