Caso Cogne: Annamaria Franzoni ai domiciliari ma non potrà tornare a Cogne
Il tribunale di Sorveglianza di Bologna ha accolto la richiesta di Paola Savio, legale di Annamaria Franzoni perchè la donna accusata dell’omicidio del figlio Samuele e condannata a 16 anni, possa scontare il resto della pena in detenzione domiciliare. Annamaria Franzoni è ancora reclusa nel carcere della Dozza, a Bologna; il suo ritorno a casa, a Ripoli Santa Cristina, in provincia di Bologna, dopo il disbrigo delle pratiche burocratiche, potrebbe avvenire nelle prossime ore; stamattina, nonostante l’attesa per la pronuncia del tribunale, la donna si è recata al lavoro, nella parrocchia dove presta servizio da otto mesi, quando i giudici le hanno consentito di lavorare per una cooperativa sociale.
I giudici del tribunale di Sorveglianza le hanno però proibito di tornare a Cogne.
Commenta Osvaldo Ruffier, storico sindaco di Cogne che nel 2002 visse in prima persona la tragedia del piccolo Samuele. «Per noi è indifferente che Annamaria Franzoni torni oppure no a Cogne; diciamo che se la vedremo a Cogne non ci dispiacerà di certo. Se i giudici hanno stabilito che può tornare a casa e scontare il resto della pena con la sua famiglia avranno avuto le loro buone ragioni. Io mi auguro che né Cogne né nessun altro posto sulla terra debba più vivere una parentesi tanto drammatica. Per la nostra comunità è stata una ferita profonda – accusati di ospitare un mostro. Credo che i fatti e i tre gradi di giudizio abbiano dimostrato che a Cogne non c’è mai stato alcun mostro; quella tragedia maturò in famiglia. Mi auguro che la signora Franzoni possa trovare serenità nella sua casa, soprattutto per il bene dei bambini e certo il mio pensiero non può che andare a Samuele, che oggi sarebbe adolescente».
Nella foto, Annamaria Franzoni.
(cinzia timpano)